Pantarotto: “Un presidio per il futuro delle cooperative sociali”

Interris.it ha conversato con il presidente Federsolidarietà Confcooperative Roma, Luciano Pantarotto, che ha spiegato le motivazioni del presidio dinanzi la sede della Regione Lazio

LUCIANO PANTAROTTO, CONFCOOPERATIVE. Credit: ALESSANDRO AMORUSO

“In Italia, ci sono circa 6.500 cooperative sociali che gestiscono case di riposo, RSA, assistenza socio-sanitaria, comunità per tossicodipendenti, comunità per minori e molto altro. Queste cooperative sono la spina dorsale del nostro welfare. Ma sono a ‘rischio chiusura’, con gravi danni agli assistiti e alle loro famiglie. Il Governo deve invertire la rotta”. E’ l’appello a Interris.it del presidente Federsolidarietà Confcooperative Roma, Luciano Pantarotto.

Il presidio dinanzi la Regione Lazio a Roma

Confcooperative Federsolidarietà Lazio, Legacoopsociali Lazio, AGCI Imprese Sociali Lazio e Forum Terzo Settore Lazio hanno hanno invitato cooperative, associazioni, operatori, utenti, al secondo presidio presso la Regione Lazio in piazza Oderico da Pordenone, lunedì 15 luglio dalle ore 17.30.

Le motivazioni del presidio

“A cinque mesi dall’erogazione del primo aumento riconosciuto ai lavoratori, avvenuto nel febbraio 2024 – spiega Pantarotto – la quasi totalità degli enti committenti non ha dato ancora risposta alla ripetuta richiesta di adeguamento delle tariffe dei servizi da parte delle imprese. Qualora ciò non dovesse accadere entro i prossimi assestamenti di bilancio, previsti entro metà luglio, molte cooperative non potranno più sostenere gli aumenti previsti, se non mettendo a repentaglio la propria sopravvivenza e la sostenibilità dei servizi in essere. Si tratta di vecchie e nuove realtà attive nel settore socio-sanitario-assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo che si sono trovate da un giorno all’altro a far fronte a pesanti rincari del costo del personale”.

Le cifre dell’aumento dei costi

La gravità della situazione è comprovata dai dati raccolti dall’Ufficio studi di Confcooperative. “Negli ultimi dieci anni nel Lazio – prosegue – è raddoppiato il peso degli addetti nelle cooperative sociali in relazione al totale dei soggetti operanti in tutte le cooperative della Regione. Nello specifico, si registra un aumento dal 22,9% del 2012 al 43,4% del 2022. Secondo le stime del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, prima del rinnovo dei contratti il costo totale medio annuo di una cooperativa sociale si attestava sui 30.600,48 euro. Con il rinnovo del tariffario la cifra salirà a 31.191,82 euro nel 2024, 32.445,36 euro nel 2025 e a 33.059,61 euro nel 2026. Abbiamo sollecitato il Comune di Roma a rivedere le risorse economiche, ma senza successo.

Le conseguenze della mancanza dell’adeguamento

“Le conseguenze del mancato adeguamento sarebbero drammatiche – avverte Pantarottto -. Le cooperative potrebbero dover interrompere determinati servizi che non sono più sostenibili dal punto di vista economico. Senza adeguamenti, in pratica, le cooperative non potranno garantire i pagamenti degli stipendi, portando alla chiusura dei servizi e creando nuovi svantaggiati. Siamo organizzazioni non profit, ma a fine anno i libri contabili non possono essere presentati in rosso; e i lavoratori del sociale non possono venire sottopagati”.

La richieste

Noi chiediamo che il lavoro rivolto alle persone fragili sia pagato adeguatamente. Se continuiamo a sottopagare questi servizi, creeremo nuovi poveri e non garantiremo servizi di qualità. È necessario un approccio partecipativo nella costruzione dei servizi, come ha sottolineato anche Papa Francesco alla Settimana Sociale a trieste quando ha messo in guardia le istituzioni sulla tendenza al ‘dirigismo‘, al decidere tutto da soli dall’alto, senza confrontarsi con chi vive sul campo. Ma la democrazia è partecipazione. Dunque, è fondamentale che tutti gli attori coinvolti possano contribuire e garantire un welfare giusto ed equo”.