In Portogallo, il tasso di rischio di povertà è salito al 17% tra il 2021 e il 2022, con i bambini e le famiglie più colpiti. Il Paese ha 2,1 milioni di poveri e un lavoratore su 10 vive in condizioni di povertà. I prezzi delle case sono aumentati del 105%, mentre i salari solo del 35%.
In Portogallo cresce il tasso di rischio di povertà
Fra il 2021 e il 2022 il tasso di rischio di povertà, in Portogallo, è salito per la prima volta dopo sette anni, passando dal 16,4% al 17%. È uno dei tanti dati di uno studio a cura di Pordata, la banca dati della Fondazione Francisco Manuel dos Santos, a sua volta basato sui numeri ufficiali forniti dell’Istituto nazionale di statistica (Ine). È nel gruppo dei bambini e dei giovani che il tasso di rischio di povertà è peggiorato maggiormente, così come nelle famiglie con figli a carico. In questo segmento, si legge nel comunicato che accompagna lo studio: “Osservando l’intensità della povertà, si registra il più grande aumento dal 2012 (di 3,9 punti percentuali), attestandosi al 25,6% nel 2022 (21,7% nel 2021)”. Secondo la ricerca, il Portogallo ha 2,1 milioni di poveri; un lavoratore su 10 è povero; quasi un terzo delle famiglie monoparentali con figli a carico vive con meno di 591 euro al mese; i prezzi delle case sono aumentati del 105% dinanzi a un aumento medio dei salari del 35%. Inoltre, quasi il 40% della popolazione vive in famiglie che non sono in grado di sostituire i mobili di casa o permettersi una settimana di vacanze, mentre il 30,5% della popolazione è incapace di far fronte a una spesa imprevista senza ricorrere a un prestito.
Fonte: Ansa