Il 16 marzo 1978, esattamente 45 anni fa, l’auto di Aldo Moro e della sua scorta fu intercettata e bloccata all’altezza di via Fani a Roma da un commando brigatista. Quella mattina, Moro non arrivò mai a Palazzo Montecitorio: i terroristi aprirono il fuoco uccidendo i cinque agenti della scorta.
Poi, sequestrarono il Presidente della Democrazia Cristiana. Ebbero inizio il 16 marzo i 55 giorni di prigionia che si conclusero il successivo 9 maggio, quando le Br uccisero Moro e fecero ritrovare il suo corpo nel bagagliaio di una macchina parcheggiata in via Caetani.
I morti degli anni di piombo: una targa per non dimenticare
La memoria dei morti negli anni di piombo a Roma diventa condivisa. Un targa che ricorda le vittime di quella che fu una sorta di guerra civile viene inaugurata oggi al municipio III: un’iniziativa portata avanti dal capogruppo municipale di Fratelli D’Italia Manuel Bartolomeo e sottoscritta anche dalla maggioranza del parlamentino locale a guida Pd.
“Un atto pensato e fortemente voluto dal gruppo di Fratelli d’Italia e votato da tutto il consiglio del III Municipio di Roma Capitale – spiega Manuel Bartolomeo -. Insieme, opposizione e maggioranza, affinché quegli anni non si ripetano mai più”. All’inaugurazione della targa partecipa anche il presidente del III municipio Paolo Marchionne (Pd). “La targa è un segnale forte – ricorda Bartolomeo – che ha l’obiettivo di sensibilizzare e al contempo contrastare gli episodi di violenza che si stanno verificando nei nostri quartieri e non solo”.
Un’iniziativa a cui partecipano famigliari delle vittime del terrorismo, come la figlia del giudice Minervini, ucciso dalla Brigate Rosse, ma anche le associazioni che da anni portano avanti la memoria, come Potito Perruggini Ciotta, in qualità di presidente dell’Osservatorio “Anni di piombo” per la Verità storica, e gli esponenti dell’archivio Flamigni.
Una targa che ricorda tutte le vittime degli anni di piombo, molte delle quali morte proprio nelle strade del III municipio come Paolo Di Nella, attivista del Fronte della Gioventù, aggredito alle spalle in viale Libia, morto all’alba dei suoi vent’anni in ospedale, e la cui targa commemorativa è stata oggetto di alcuni atti di vandalismo. E anche Valerio Verbano, il giovane di Autonomia Operaia, ucciso dai Nar nel febbraio del 1980, a casa sua, a nemmeno 500 metri da dove sarà esposta la targa. A morire nelle strade del III municipio anche Mario Amato, caduto sotto i colpi dei Nar a viale Jonio, l’agente Antonio Galluzzo, vittima sempre dei Nuclei Armati rivoluzionari. E anche Angelo Mancia, dipendente del giornale “Secolo d’Italia” e segretario della sezione del Movimento Sociale Italiano del quartiere Talenti, ucciso vicino alla sua abitazione dai terroristi.
La targa recita “In memoria delle vittime di anni di piombo municipio Roma III montesacro”, ricorda cosi “che la memoria di quel periodo buio deve essere di tutti e per tutti”. E viene scoperta proprio oggi, 16 marzo, giornata in cui le Br sequestrarono Aldo Moro.
Fonte: Ansa