Prefetto Pellos: “Quando le donne sono vittime di violenza e tratta sono veramente ‘Donne crocifisse'”

Per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne l’Università Popolare di Fabriano e la Comunità Papa Giovanni XXIII hanno organizzato la conferenza "Donne crocifisse"

Quando le donne sono vittime della violenza, soffrono, sono vittime della tratta…sono veramente ‘donne crocifisse'”. Parole forti quelle del prefetto della Provincia di Ancona, Darco Pellos, intervenuto giovedì scorso alla conferenza “Donne crocifisse”.

La conferenza “Donne crocifisse”

Nell’ambito della ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne (che ricorre ogni 25 novembre) l’Università Popolare di Fabriano, in collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII, ha organizzato la conferenza “Donne crocifisse” presso lo storico Oratorio della Carità di Fabriano (Ancona) alla presenza delle autorità civili e militari: il capo di Gabinetto della Prefettura della Provincia di Ancona, Simona Calcagnini, il consigliere regionale Chiara Biondi, il capitano dei Carabinieri Mirco Marcucci, il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, e del pubblico, accorso numeroso.

Al convegno sono intervenuti la dott.ssa Fernanda Dirella, Presidente Università Popolare di Fabriano, che ha curato la presentazione e l’introduzione alla conferenza; la dott.ssa Moira Pallucchi, commissario della Polizia di Stato di Fabriano, la quale ha tenuto una lectio intitolata “la violenza sulle donne nel nostro territorio”; Don Aldo Buonaiuto, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata dal Servo di Dio don Oreste Benzi e parroco della parrocchia collegiata di San Nicolò di Fabriano. E’ intervenuto con una sua meditazione anche il prefetto della Provincia di Ancona, Darco Pellos. Numerose, infine, le testimonianze delle donne vittime di tratta e violenza domestica salvate in questi anni.

Il titolo della conferenza è ripreso dal libro, scritto da don Buonaiuto, intitolato “Donne Crocifisse – La vergogna della tratta raccontata dalla strada” (ed. Rubettino, 2019) che vanta la prefazione di Papa Francesco.

Nella stessa giornata, in pieno centro cittadino, il personale del Commissariato della Polizia di Stato ha incontrato i cittadini, distribuendo gli opuscoli intitolati “…questo NON è AMORE”.


Il convegno “Donne Crocifisse”. Da sinistra: il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli; il commissario di Polizia, Moira Pallucchi; il sacerdote don Aldo Buonaiuto; la presidente Fernanda Dirella; il predetto Darco Pellos

L’intervento del Prefetto Pellos: “Basta donne crocifisse!”

“E’ un momento un po’ particolare quello di oggi – ha esordito il Prefetto di Ancona, Darco Pellos. – E’ una giornata che non è una festa, è un momento di riflessione nel quale soprattutto gli uomini devono probabilmente fare un passo indietro… E’ il momento dell’ascolto dinanzi al dramma di molte vite che sono in qualche modo violentate in una realtà avversa”.

“Non potevo restare in silenzio – aggiunge il Prefetto –  di fronte alla chiamata di due soggetti importanti: L’Università Popolare di Fabriano con la sua capacità di relazionarsi con la popolazione e di riflettere la cultura del territorio. Grazie, presidente Fernanda Cammoranesi, per quello che fa per questa città, che è una realtà importante della provincia di Ancona. E poi non potevo non rispondere all’appello di don Aldo Buonaiuto della Comunità Papa Giovanni XXIII perché rappresenta un’altra importante realtà del territorio”.

“Devo dire la verità. Il titolo è sconcertante, urticante: ‘donne crocifisse’. Accomuna il simbolo del crocifisso, della religione, della sofferenza, con la figura femminile. E’ un bell’impatto… ma è così che bisogna fare! Bisogna dire le cose come stanno. Quando le donne sono vittime della violenza, soffrono, sono vittime della tratta, sono veramente crocifisse. Sono la rappresentazione di questa umanità che è sulla croce… La speranza è che non ci siano più donne crocifisse e che si prospetti la via della risurrezione”, ha concluso il Prefetto.

L’intervento del commissario Moira Pallucchi

La cittadina di Fabriano da circa un anno ha come commissario della Polizia di Stato una donna, la dottoressa Moira Pallucchi, precedentemente impegnata presso la Questura di Pesaro proprio nel contrasto alla violenza sulle donne. Dalle sue parole è emersa quindi la grande competenza, oltre la profonda sensibilità di una donna delle Istituzioni, che ha richiamato la popolazione a comprendere già dai primi segnali quando bisogna intervenire, denunciare, chiamando le forze dell’ordine prima che sia troppo tardi. Anche il territorio fabrianese non è escluso da questo dramma che si consuma quasi sempre all’interno delle mura domestiche: “La violenza contro le donne – ha detto il commissario – continua ad essere un male difficile da estirpare. Ancora oggi una grossa percentuale di donne viene brutalmente maltrattata, subendo umiliazioni e violenze di natura fisica e psicologica. Nella maggior parte di casi l’autore delle condotte è un ex partner che non riesce ad accettare la fine della relazione e vuole riavvicinarsi alla vittima oppure vendicarsi di qualche torto subito, vero o presunto. Le vittime da subito sono consapevoli del fatto che la loro libertà personale è limitata dalle attenzioni del loro carnefice, anche se alcuni comportamenti si mascherano dietro atteggiamenti normali e quindi socialmente accettati… Può capitare che la vittima non si rivolga alle forze dell’ordine per non sentirsi giudicata. Dobbiamo stare attenti nell’ascolto della vittima, a non farla sentire sbagliata, a non renderla vittima due volte – continua la dottoressa Pallucchi -. Tutti dobbiamo sentirci in dovere di salvare una vita umana da soprusi e prevaricazioni, anche questo è essere cristiani ovvero volere il bene del prossimo e agire per il bene del prossimo. L’intera umanità si dovrebbe impegnare concretamente in questa battaglia, educando le nuove generazioni al rispetto della donna. Va capito che la donna deve essere rispettata e che un amore violento non è amore, ma una malattia che deve essere denunciata”.

La testimonianza di don Aldo Buonaiuto e di una vittima di tratta

A seguito dell’intervento del commissario della Polizia di Stato di Fabriano, ha preso la parola il sacerdote impegnato da diversi decenni accanto alle donne vittime di violenza e sfruttamento della prostituzione coatta, don Aldo Buonaiuto. All’interno della Comunità Papa Giovanni XXIII e per tanti anni accanto al suo fondatore, il Servo di Dio don Oreste Benzi, don Aldo ha raccontato con passione le sue notti lungo le strade della prostituzione schiavizzata. Storie commoventi di giovanissime vittime portate in Italia con l’inganno e la promessa di un lavoro dignitoso. Il racket del meretricio non si è fermato neanche nel tempo della pandemia vedendo così il sacerdote con le unità di strada dell’Apg23 avvicinare ragazzine provenienti dalla Nigeria e dall’Europa dell’est. Nel ricordare la petizione della Comunità Papa Giovanni XXIII “Questo è il mio corpo“, il prete anti-tratta ha ribadito l’importanza di fermare questo turpe mercato disincentivando la domanda che è il primo motivo di un’offerta spropositata e vergognosa. Fermare il cliente: “Non dovremmo neanche chiamarlo così l’uomo che va sulle strade e nei locali a sfruttare e distruggere la vita di quelle che potrebbero avere la stessa età delle sue figlie o nipoti – continua don Buonaiuto – neanche con il linguaggio dobbiamo legittimare coloro che sono correi di questa ignobile schiavitù e quindi bisognerebbe definire ‘sfruttatori’ i cosiddetti clienti”.

Forte è stata la commozione di tutti i  partecipanti nell’ascoltare la testimonianza di una ragazza accolta da una realtà di pronto rifugio collocata in questa regione: “Sono stata umiliata dagli uomini che venivano a comprarmi ogni notte e torturata dai magnaccia che mi picchiavano quando non portavo i soldi che mi avevano chiesto. Nel mio corpo porto le ferite di queste violenze inaudite, hanno distrutto la mia giovinezza che nessuno mi potrà più restituire nonostante stia ricominciando una nuova vita grazie a don Aldo e a Marina che mi hanno accolta“.

Al termine la presidente dell’Università Popolare, Fernanda Cammoranesi, ha ricordato il libro scritto da don Aldo Buonaiuto “Donne crocifisse” con la prefazione di Papa Francesco, invitando i presenti a leggerlo. “E’ un libro che mi ha tanto colpito e mi ha coinvolto tanto… E’ stato un momento di forte umanità, di forte senso dei valori più belli e profondi che costituiscono ogni essere umano, sentire Maria e vedere il suo tremolio mentre ci racconta la sua vita vissuta è stata una grande emozione“.

Il sindaco Gabriele Santarelli ha concluso la conferenza porgendo un omaggio floreale alla giovane donna ex schiava e il Prefetto ha omaggiato la dottoressa Moira Pellucchi, commissario della Polizia di Stato.