Onu e Cidh denunciano la crescente violenza contro gli indigeni in Brasile, soprattutto negli Stati di Bahia, Paraná e Mato Grosso do Sul. Negli ultimi mesi, attacchi violenti, anche da parte di forze di polizia e attori privati, hanno causato sfollamenti e la morte di difensori dei diritti territoriali indigeni. La lentezza nella demarcazione delle terre e la recente legge 14.701 che adotta il “Quadro temporale” – la legge limita le rivendicazioni territoriali indigene alle terre occupate prima del 1988 – aggravano la situazione.
L’Onu condanna la violenza contro gli indigeni in Brasile
L’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud America e la Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) hanno espresso “profonda preoccupazione per l’aumento della violenza contro le popolazioni indigene in Brasile che cercano di difendere i loro diritti territoriali, in particolare negli Stati di Bahia, Paraná e Mato Grosso do Sul”. Nel comunicato congiunto, le due istituzioni denunciano che “negli ultimi mesi, le comunità indigene sono state oggetto di attacchi violenti, anche da parte di attori privati e forze di polizia, che hanno provocato sfollamenti forzati e la tragica morte di diversi membri che difendevano le loro terre”.
Letale la lentezza giuridica nella demarcazione delle loro terre
Questa ondata di violenza, sottolinea il comunicato dell’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud America e della Cidh, è “aggravata dalla lentezza dei progressi nella demarcazione delle terre indigene e dalla continua incertezza giuridica. La situazione è peggiorata dopo l’approvazione della Legge 14.701 da parte della Camera dei Deputati nell’ottobre 2023″. La legge adotta la tesi del “Quadro temporale” limita le rivendicazioni territoriali indigene alle terre occupate prima della promulgazione della Costituzione federale nel 1988. “Una legge che è stata approvata nonostante il veto dell’esecutivo e una precedente decisione della Corte Suprema brasiliana (Stf), che ha dichiarato incostituzionale questa tesi mentre la decisione finale del Stf sulla sua costituzionalità continua in sospeso”, sottolineano Onu e Cidh.
Fonte: Ansa