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Olfatto, il modo in cui i neonati elaborano le informazioni sensoriali

Lo ha rivelato uno studio che ha acceso un faro sulle primissime fasi di sviluppo

I ricercatori del National Institute on Drug Abuse statunitense, con uno studio, pubblicato sulla rivista JNeurosci, hanno approfondito il funzionamento dell’olfatto nei neonati.

La scoperta

I neonati al primo mese di vita hanno un cervello già capace di elaborare le informazioni olfattive scatenate dalle percezioni di odori piacevoli, come il profumo di fragola, e odori sgradevoli, come il tanfo della benzina. Lo hanno scoperto i ricercatori del National Institute on Drug Abuse statunitense, con uno studio, pubblicato sulla rivista JNeurosci, che accende un faro sulle primissime fasi di sviluppo del senso dell’olfatto. La capacità di percepire gli odori permette di attuare comportamenti adattativi molto importanti, come ad esempio l’alimentazione, ma non è ancora del tutto chiaro come questa abilità si sviluppi nelle primissime fasi della vita. Per colmare tale lacuna, i ricercatori hanno usato la risonanza magnetica funzionale in modo da studiare l’attività cerebrale di neonati al primo mese di vita mentre venivano esposti a odori piacevoli (come il profumo di fragola o banana) oppure sgradevoli (come la puzza di sudore o benzina).

I dati

I dati raccolti dimostrano che gli odori accendono regioni del cervello fortemente legate al senso dell’olfatto così come pure il talamo, una struttura del sistema nervoso centrale che è molto importante per elaborare le informazioni sensoriali in generale. L’attivazione di queste aree può essere più o meno forte a seconda dell’odore percepito ma, a differenza di quanto accade nelle persone adulte, odori diversi non scatenano schemi di attivazione unici. Infine, si è anche scoperto che durante il sonno i neonati inalano aria in maniera più vigorosa se avvertono odori appetitosi piuttosto che odori fastidiosi.

Fonte: Ansa

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