Il governo del Sudan ha dichiarato l’inviato delle Nazioni Unite Volker Perthes “persona non grata”, ha reso noto il ministero degli Esteri del paese arabo-africano. “Il governo della Repubblica del Sudan ha notificato al segretario generale delle Nazioni Unite di aver dichiarato Perthes persona non grata a partire da oggi”, ha affermato ieri sera il dicastero sudanese in un comunicato, poche settimane dopo che il capo dell’esercito Abdel Fattah al-Burhan ha accusato Perthes di alimentare il conflitto nel Paese e ha chiesto la sua rimozione. Perthes era ieri ad Addis Abeba, in Etiopia, per una serie di colloqui diplomatici.
Sudan, Oim: “1,9 mln di sfollati dopo 8 settimane di conflitto”
Il conflitto in Sudan entra nella sua ottava settimana e mentre i combattimenti tra le forze armate sudanesi e i paramilitari delle Forze di supporto rapido continuano, più di 1,9 milioni di persone sono già state costrette a fuggire dalle loro case e sono ora sfollate all’interno e all’esterno del paese. I numeri arrivano dall’ Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) che nel suo ultimo rapporto rileva come 1.428.551 persone hanno cercato rifugio in altre aree del paese. La maggior parte degli sfollati interni ha lasciato Khartoum (66%), Darfur occidentale (19%), Darfur meridionale (7%), Darfur centrale (6%), Darfur settentrionale e Kordofan settentrionale. Secondo l’Oim, la maggior parte degli sfollati (65%) è fuggita nelle aree urbane, mentre il resto (34%) ha cercato rifugio nelle aree rurali.
Oltre il 78% degli sfollati ha trovato ospitalità presso parenti o comunità. Al di fuori dei confini del Sudan, i movimenti di flussi misti continuano ad aumentare con 476.811 persone in fuga verso i paesi vicini. Secondo l’Oim e fonti governative al 4 giugno almeno 205.565 persone erano arrivate in Egitto. Dall’inizio del conflitto, più di 125.000 persone si sono trasferite in Ciad, 90.796 persone in Sud Sudan, 39.833 persone in Etiopia, 13.922 persone nella Repubblica Centrafricana e 1.318 persone in Libia. L’Oim esprime inoltre preoccupazione per la situazione sanitaria nel Paese dove l’accesso ai servizi di base è gravemente ostacolato dal conflitto Secondo l’OMS, inoltre, l’imminente stagione delle piogge aumenta il rischio di epidemie, aggravate dalle difficoltà di accesso all’acqua e di gestione dei rifiuti a Khartoum e in altre aree del Paese, con notevoli rischi per la salute. Sul fronte umanitario, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) riferisce che oltre 13,6 milioni di bambini in Sudan hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria oltre al fatto che il conflitto ha portato alla chiusura delle scuole, privando i bambini delle loro aule.
Fonte: Ansa