Vittorio Raso, considerato uno dei principali boss della ‘ndrangheta, è stato arrestato martedì sera dalla polizia locale nel municipio catalano di Castelldefels, in Spagna. Era latitante dal 2020.
La notizia dell’arresto è stata riportata per prima dal quotidiano spagnolo El Pais che ha aggiunto i particolari: Raso è stato fermato nel corso di un banale controllo stradale di routine mentre guidava con documenti falsi. Una volta riconosciuto, è stato tratto in arresto.
🔴 Raso ha permanecido fugado casi dos años. La Policía Nacional le buscaba desde 2020, cuando la Audiencia Nacional le dejó en libertad por error. Italia le buscaba por ser un capo de la ‘Ndrangheta. Por @RebecaCarranco https://t.co/y9qmdcikgG
— EL PAÍS Catalunya (@elpaiscatalunya) June 22, 2022
Il boss Vittorio Raso: il primo arresto e la fuga
Raso era stato arrestato una prima volta nell’ottobre del 2020 a Barcellona: la polizia gli attribuiva reati di appartenenza ad organizzazione criminale, usura e traffico di stupefacenti, considerandolo un personaggio di spicco della ‘ndrangheta calabrese radicata a Torino. Tuttavia, pochi giorni dopo, il tribunale dell’Audiencia Nacional lo rilasciò per un cavillo, affermando di non avere elementi sufficienti per ordinare il carcere preventivo nei suoi confronti.
Nel verbale a disposizione appariva solo la contestazione di un reato di usura. Una valutazione, scrive El País, che lasciò stupefatta la Polizia Nazionale spagnola. In seguito, l’Audiencia Nacional emesse un nuovo ordine d’arresto nei confronti di Raso, che nel frattempo aveva però già fatto perdere le proprie tracce.
Il tesoretto nascosto in un garage
Il 1 febbraio di quest’anno, la polizia italiana aveva sequestrato in un garage di Nichelino (Torino) oltre 400mila euro in contanti, insieme a orologi Rolex e gioielli dal valore di oltre 200mila euro, nascosti in un’intercapedine.
Il tesoretto (trovato dopo un’indagine su due uomini, di cui un imprenditore dei trasporti) era poi stato ricondotto proprio al boss della ‘ndrangheta torinese con legami con i fratelli Adolfo e Aldo Cosimo Crea.
I due erano stati fermati all’uscita di uno stabile a Moncalieri dove in un appartamento erano stati trovati 10 chili e mezzo di marijuana, un chilo e 400 grammi di hashish, materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente, una bilancia di precisione, una macchina per il sottovuoto e 16.500 euro in contanti.
La squadra mobile aveva poi individuato il garage-caveau trovando nell’azienda di trasporti di uno degli indagati il contratto di affitto.