Droga e cellulari e droga nel carcere di Poggioreale, a Napoli. Non è il titolo di un film hollywoodiano, ma la realtà scoperta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna. Che hanno arrestato 8 persone. Tra queste figura anche il garante dei detenuti del Comune di Napoli. Sei degli arrestati sono finiti in carcere, gli altri due ai domiciliari.
Le accuse
Dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti e corruzione.
Il garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli – tuttora in carica – introduceva, previo compenso, i dispositivi di telefonia mobile e la sostanza stupefacente avvalendosi del suo ruolo, che gli consentiva libero accesso all’interno delle carceri.
Il garante e “le consegne” durante i colloqui
La compagna di uno degli arrestati, secondo quanto ricostruito, attraverso il garante faceva recapitare ai detenuti che facevano parte dell’organizzazione, i cellulari e la droga che poi venivano venduti alle altre persone recluse, creando un vero e proprio commercio illegale.
Il garante, dal canto suo, approfittava dei colloqui mirati a verificare le condizioni in cui versavano i detenuti, per effettuare le consegne che gli erano state richieste. Il denaro veniva poi versato su alcune carte ricaricabili in uso a una donna e poi diviso con gli altri sodali dell’organizzazione.
Il carcere di Poggioreale
La Casa Circondariale di Napoli Poggioreale “G. Salvia” è – scrive Antigone – l’istituto più grande del paese per numero di posti e persone detenute, distribuite in 12 padiglioni, su una superficie relativamente molto piccola se paragonata ad altri istituti della regione e del paese.
I detenuti sono oltre 2.100 a fronte di 1.571 posti regolamentari, a conferma di numeri costantemente in crescita ed in cronico sovraffollamento. Dei presenti, pur trattandosi di una casa circondariale, circa la metà sconta una condanna definitiva.