Ancora un migrante morto durante l’ennesimo “viaggio della speranza” dalla Libia all’Italia conclusosi in tragedia.
Migrante muore durante la traversata
Un migrante iracheno di 46 anni è morto apparentemente per cause naturali durante un viaggio della speranza conclusosi stamattina all’alba al Capo di Leuca, in Salento, con lo sbarco di 102 persone da un’imbarcazione intercettata nel Basso Adriatico da unità della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto. Il natante è stato condotto nel porto di Leuca dove i migranti di varie nazionalità sono stati fatti sbarcare.
La vittima – a quanto si apprende – era diabetica e sarebbe morta, secondo le prime ipotesi, per una crisi ipoglicemica. Sul posto stanno operando il pool anti immigrazione e i volontari della Croce rossa e della Caritas. Tra i migranti di varie nazionalità ci sono anche 25 donne, una delle quali è stata portata in ospedale per accertamenti.
Ue accelera su migranti: il 25 riunione ad hoc
Un Piano d’azione, una riunione straordinaria ad hoc il 25 novembre e il Consiglio Affari Interni ordinario dell’8 dicembre: dopo i primi tentennamenti l’Ue accelera sul dossier migranti e punta ad un accordo – o almeno ad una prima intesa politica – entro Natale che spenga sul nascere la possibilità di uno scontro interno su un tema tradizionalmente delicatissimo a Bruxelles. Una girandola di telefonate tra Paesi membri, presidenza di turno ceca e istituzioni europee, alla luce anche della riunione degli ambasciatori dei 27 di mercoledì, nelle ultime ore è servita a fare il punto e a definire una bozza di road map.
E i temi chiave su cui Palazzo Berlaymont si appresta a lavorare sono sostanzialmente due: i ricollocamenti e i salvataggi in mare. A tenere le redini dell’iniziativa Ue sul dossier sono il vice presidente della Commissione Margaritis Schinas (in questi giorni in visita istituzionale nei Paesi del Golfo) e la commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson.
Entrambi si sono sempre detti a favore di un principio: quello della migrazione è un problema europeo e va affrontato in maniera collegiale. Ed è un principio sul quale l’Itala è perfettamente in linea. Il Piano d’azione dovrà essere partorito in una manciata di giorni: il 25, infatti, dovrà approdare sul tavolo dei ministri dell’Interno convocati in riunione straordinaria. Non sarà un incontro nel cosiddetto formato jumbo (ovvero con la partecipazione dei ministri degli Interni e di quelli degli Esteri) come richiesto dall’Italia e come non auspicato da Berlino. Ma per Roma la stretta dei tempi è comunque un passo avanti, sebbene l’assenza dei titolari delle diplomazie europee tolga dal tavolo la dimensione esterna del fenomeno flussi.
Il piano dell’Ue – che non sarà obbligatorio e non sostituirà alcun regolamento in vigore attualmente – salvo colpi di scena ruoterà attorno al meccanismo volontario di relocation dei migranti e, spiegano fonti europee, attorno “ad una gestione trasparente e regolamentata dei salvataggi in mare”. Punto quest’ultimo che, per il governo, corrisponde sostanzialmente alla questione delle navi Ong.
Alla riunione dei Rappresentanti degli Stati membri se da un lato c’è stata “ampia convergenza” sul fatto che il tema abbia contorni europei, dall’altro non sono mancate visioni sensibilmente divergenti. Molto ruota attorno alla tipologia di ingressi: per Roma gli arrivi via mare non possono essere numericamente confrontati in maniera asettica a quelli via terra. Il loro peso, si sottolinea, è maggiore perché in ogni caso entrano nel Paese di primo approdo.
Da qui la necessità, per Italia, Grecia, Cipro e Malta, che gli accordi di solidarietà sottoscritti lo scorso giugno da 23 Paesi Ue e dell’Area Schengen siano effettivamente attuati. Bruxelles è pronta ad ascoltare. Gli equilibri però restano delicati. Giovedì e venerdì prossimi, con la riunione dei ministri dell’Energia sul pacchetto gas e poi con quella dei ministri dell’Interno, l’unità dell’Europa sarà messa alla prova.
Fonte: Ansa