Undici agenti di polizia messicani sono stati giudicati colpevoli dell’omicidio di 17 migranti centroamericani, uccisi e poi bruciati vicino al confine con gli Stati Uniti. I fatti risalgono al 2017.
Migranti: Messico, 11 poliziotti condannati omicidio 17 persone
Undici agenti di polizia messicani sono stati giudicati colpevoli dell’omicidio di 17 migranti, uccisi e poi bruciati vicino al confine con gli Stati Uniti. Lo hanno reso noto i pubblici ministeri. La procura ha spiegato in un comunicato di essere “riuscita a ottenere una condanna” contro 11 poliziotti accusati di omicidio, mentre un altro è stato giudicato colpevole di abuso d’ufficio.
I fatti risalgono al 2017. Le vittime sono migranti centroamericani. Dopo un processo durato più di tre mesi, il giudice Patricio Lugo Jaramillo ha raccolto prove sufficienti contro gli ex agenti di polizia, le cui condanne, che avranno luogo nei prossimi giorni, potrebbero arrivare fino a 50 anni di carcere. Il 23 gennaio 2021 la procura dello stato di Tamaulipas ha annunciato il ritrovamento in un furgone bruciato dei resti carbonizzati di 19 persone, la maggior parte delle quali erano migranti provenienti dal Guatemala che tentavano di entrare illegalmente negli Stati Uniti attraverso il Messico. Le vittime “sono state uccise e successivamente bruciate”, si legge nella dichiarazione del pubblico ministero. Tra loro, secondo le autorità, i resti di due messicani sono stati identificati come quelli dei trafficanti che portavano i migranti alla frontiera con gli Stati Uniti. Inizialmente, tutti i 12 agenti di polizia furono accusati di omicidio. Ma uno di loro ha accettato di collaborare con la procura ed è stato condannato per abuso di potere.
Lo stato di Tamaulipas, situato sulla costa del Golfo del Messico, è la via più breve per raggiungere gli Stati Uniti da sud. Ma la regione è pericolosa a causa della presenza di bande che rapiscono, riscattano e uccidono i migranti. Il settore di Camargo, dove sono stati ritrovati i corpi, è conteso tra il cartello del Nordest, derivato da quello di Los Zetas, e il cartello del Golfo. Si è trattato di uno dei massacri più sanguinosi mai conosciuti in Messico, dopo che un gruppo di 72 migranti furono assassinati da presunti trafficanti di droga, sempre nello stato di Tamaulipas, nell’agosto 2010.
Fonte: Ansa