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Maratea diventi patrimonio Unesco: l’appello di Biagio Maimone

La richiesta del direttore del Comitato ufficio stampa dell'Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus alla direttrice Unesco Audrey Azoulay

Il giornalista Biagio Maimone, originario di Maratea, direttore del Comitato Ufficio Stampa dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui Presidente è monsignor Gaid Yoannis Lazhi, già Segretario personale di Sua Santità Papa Francesco, chiede a Audrey Azoulay, Direttrice dell’Unesco, in veste di estimatore della sua terra originaria, di proclamare la città lucana patrimonio mondiale dell’Umanità, ponendo in luce la poesia insita nell’identità di Maratea, che inneggia alla sua innata bellezza naturalistica.
Biagio Maimone ama definire Maratea la “Cittadella verde” in quanto essa, da sempre, protegge la sua natura rigogliosa con azioni tese ad impedire uno sviluppo edilizio selvaggio e qualsiasi gesto vandalico individuale e collettivo che possa danneggiarla. E’ ben evidente come Maratea possa costituire un modello encomiabile di green economy, anche  relativamente agli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che si prefigge lo sviluppo socio-economico del Sud Italia alla luce di un modello economico che salvaguardi l’ecosistema, ponendo al centro la difesa della natura e della salute dell’essere umano, nonchè la sua centralità nell’ambito delle politiche finalizzate allo sviluppo dei territori.
Biagio Maimone rivolge il seguente  appello, accorato e vibrante di tenerezza e poesia, alla Direttrice dell’Unesco Audrey Azoulay, affinchè destini allla Città di Maratea il titolo di Patrimonio Mondiale dell’Umanità: “Il verde ed il mare di Maratea, “la Cittadella Verde”, sono l’espressione più elevata della splendore primigenio ed incontaminato della natura, custodita con cura amorevole dai suoi cittadini, che hanno stabilito regole rigorose per proteggerla da ogni forma di inquinamento e di degrado. L’etimologia del suo nome, inoltre, la definisce “Dea del Mare” e rimanda ad una forma di regalità divina per quanto attiene la bellezza delle sue coste, del suo mare ed il colore delle sue acque, nelle quali si specchia la vegetazione ridente delle coste, che tinge di iridescenze verdi e azzurre la superficie del mare.
Ma non basta, visitando la cittadina, che sorge in romantici rioni e valli, nonché si adagia sui dorsi di alti e verdi montagne, si constata come Maratea sia ben curata dalla mano dell’uomo, da farne non solo un luogo bucolico, ma anche l’esempio della realizzazione concreta della tutela dell’ambiente e dell’ecologia.
Le chiare acque sia del mare, sia dei ruscelli e dei mille rivoli che si aprono nelle pareti rocciose delle contrade e le alti e verdi montagne fanno di Maratea uno scorcio di paradiso, di cui i suoi abitanti sono consapevoli a tal punto da essersi impegnati affinché fossero impedite costruzioni selvagge, come avviene in tanti luoghi della terra, con un rigoroso piano regolatore, per lasciare che la natura possa vivere nella sua espressione più autentica. Primeggia la cultura del verde e del suo rispetto, sicuramente proveniente dalla tradizione di una piccola città colma di storia, che ha 44 Chiese, che la rendono orgogliosa di custodire la propria religiosità, espressasi, con orgoglio e tenerezza, finanche nella cura della natura”.
Maimone conclude sostenendo che “Maratea merita di essere Patrimonio Mondiale dell’Unesco e, quindi, dell’Umanità, non solo per testimoniare la sua radiosa bellezza naturale e la sua cultura per la vita, ma anche per testimoniare la premurosa cura dei suoi abitanti dedicata alla natura, al proprio patrimonio di bellezze naturali, per fare in modo che esso possa essere patrimonio di tutti”.

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