L’ultima domenica del mese di novembre, conclude l’anno liturgico e ci si prepara all’Avvento, ma prima si ricorda la solennità di Cristo Re dell’Universo. La festa fu istituita da Pio IX (1922-1929) con l’enciclica “Quas Primas” e resa ufficiale per tutta la Chiesa il 14 dicembre del 1925.
Nel Vangelo di questo giorno, così importante, viene proposto il brano di Giovanni, che ci racconta dell’incontro tra Gesù e Pilato, il governatore romano della Giudea, mentre era imperatore Tiberio. Gesù è condotto nel pretorio, la residenza ufficiale del governatore romano, è un dialogo tra Gesù e Pilato, fatto di domande, diremmo oggi un “botta e risposta”, e una domanda rivolta a Gesù, ci introduce alla festa di oggi. Allora Pilato disse: “Dunque tu sei re?” rispose Gesù: “Tu lo dici, io sono re”. Pilato ragiona con un criterio politico, ha paura di quel prigioniero, che gli è stato consegnato dal Sinedrio, sia un pretendente al trono, un rivoluzionario politico. Ma Gesù è un altro tipo di re.
Naturalmente Gesù non è un re, come ne abbiamo visti tanti passare nella storia dell’umanità, non ha un esercito, non girava con una scorta armata per proteggersi. Abbiamo conosciuto re che hanno imperversato con il loro potere sottomettendo intere popolazioni, sovrani che hanno pensato solo a sé stessi arricchendosi e lasciando al popolo di turno solamente le cosiddette “briciole”.
Re che hanno fatto della guerra il loro unico credo, non preoccupandosi dei tanti morti lasciati sui campi di battaglia, e infine re che hanno ridotto in schiavitù i popoli conquistati e sottomessi, costringendoli ai lavori più duri. Gesù è un re umile, un re che è venuto per servire e non per essere servito. Gesù è un re di tutto l’universo, di tutto il creato, quel “creato”, creato con amore.
Ci piace riportare un commento del fondare della Comunità “Giovanni XXIII”, l’indimenticato Don Oreste Benzi (1925-2007) che a proposito di questa solennità scrisse: “Il mio Regno no è di questo mondo, dice Gesù: è Dio che regna, quindi il suo Regno non è paragonabile al regno di questo mondo. E’ un regno di verità, per cui non si accetta il falso. E’ un regno di amore, per cui ognuno è nel cuore dell’altro, si ha la condivisione…preghiamo allora gli uni gli altri, in questa festa di Cristo Re, ricordandoci però che per lui regnare è servire e servire è regnare”.
E’ un pensiero che invita alla riflessione, e mette in luce il compito veramente grande di Gesù, quello del servizio, la storia non ricorda monarchi che si siano messi al servizio o abbiamo abbandonato mantello e corona e siano scesi tra la gente.
E’ importante pertanto, fare memoria della solennità di Cristo Re, che coincide con l’ultima domenica dell’Anno Liturgico, rendendo ancora più evidente il suo valore, quello di identificare Cristo come Re della storia e del tempo, l’inizio e la fine, l’alfa e l’omega dell’intera esistenza del creato.