“Il Disconnect Day di Fabriano è andato molto bene. Abbiamo sigillato oltre 2200 cellulari di ragazzi e adulti. Nello specifico: per il 70% si è trattato di smartphone di ragazzi; per il restante 30% di adulti. Questo divario fa ben comprendere quanto gli adulti siano in realtà in difficoltà nello staccarci dai propri cellulari, molto di più rispetto ai giovanissimi”.
Così a Interris.it lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, tra i massimi esperti di dipendenze tecnologiche e cyberbullismo e presidente dell’Associazione Nazionale Di. Te. (Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo) nel commentare il recente “Disconnect Day – una giornata senza smartphone” che si è svolto lo scorso 6 Maggio a Fabriano, in provincia di Ancona.
“Sotto questo punto di vista – prosegue – noi adulti non siamo un buon esempio di coerenza nei loro confronti. Critichiamo i nostri figli perché stanno troppo tempo davanti a degli schermi, ma poi noi siamo i primi a non volercene staccare. Non riusciamo a disconnetterci neppure per un’unica giornata”.
Il professor Lavenia e le copertine di due dei suoi libri”I ragazzi e gli studenti delle scuole medie e superiori che hanno partecipato a Fabriano alla giornata di detox dalla tecnologia non hanno avuto problemi a far sigillare il proprio smartphone e a non usarlo per tutto il giorno. Mentre molti adulti che hanno partecipato all’iniziativa, non avrebbero voluto sigillarlo: abbiamo dovuto chiedere loro ‘per favore'”.
“E questo è accaduto non solo durante i laboratori pomeridiani, ma anche durante gli incontri di approfondimento e durante il talk conclusivo con, tra gli altri ospiti, Paolo Ruffini. I ragazzi seguivano gli interventi, gli adulti si distraevano con lo smartphone“, prosegue il professor Lavenia che, oltre ad essere autore di diversi saggi sui danni dell’iperconnessione, è anche Docente a contratto di Psicologia del lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università degli Studi di Ancona.
“Usavano i cellulari non per motivi di lavoro o di necessità. Ma perché in molti casi, con le dovute eccezioni, gli adulti pensano di essere superiori e che il problema dell’iperconnessione riguardi soltanto i (loro) ragazzi. Ma, come abbiamo visto a Fabriano, i soggetti più in difficoltà sono paradossalmente i ‘grandi’. Questo perché non vorrebbero rinunciare allo smartphone. Ma se un genitore vuole educare efficacemente – conclude Lavenia – deve farlo non solo a parole, ma anche dando il buon esempio. Per primo”.