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La musica nella città dei fiori: sentirsi privilegiati

Il Festival di Sanremo è senza dubbio una vetrina molto importante per i giovani che vogliono farsi strada nel mondo della musica. Un mondo dove sicuramente bisogna tirare fuori tutte le proprie potenzialità, per diversificarsi dallo standard comune. Per arrivare al cuore della gente emozionando. Sia autorialmente con dei bei testi diretti, sia canoramente con una propria voce particolare! Un mondo difficile, dove i media fanno sicuramente la loro buona parte. Ma cos’è che oggi buca di più lo schermo, la canzone o la notizia?

In questo articolo voglio analizzare questo aspetto, dopo quello a cui abbiamo assistito nella prima serata del Festival. Inutile ripercorrere quanto accaduto, poiché tutti abbiamo assistito in diretta al cantante Blanco che ha letteralmente preso a calci i fiori distruggendoli. Amando io in primis la musica ho sempre cercato di comprendere il malessere giovanile, la loro voglia di ribellione. Ho sempre tollerato ogni azione come dimostrazione di “ribellione” dei ragazzi, cercando di giustificarli fin dove si poteva, sterzando e indirizzandoli a una riflessione costruttiva, per il loro futuro e degli amici attorno. Ma credo esista un limite, ed è quello che perde di vista il senso di un’azione del genere. Penso che se vuoi dimostrare chi sei, quanto vali, e ciò che vuoi gridare e cambiare…. non sia questo il modo giusto per fare una rivoluzione. Qualsiasi causa essa sia a monte di un gesto del genere.

Ci sono cantautori in Italia che sono sulla cresta dell’onda da oltre 30/40 anni, eppure nessuno mi sembra abbia preso a calci dei fiori o distrutto un palco che ti dava l’opportunità di esser conosciuto per la tua arte a milioni di italiani. E in questo caso il focus dei contenuti, del proprio valore artistico si è perso in un gesto ahimè che ha avuto effetto contrario. Se vuoi far arrivare un messaggio ben chiaro al pubblico lo puoi fare benissimo con le parole, con una musica azzeccata e un brano intenso, di livello. Sia in forma allegorica che seriosa. Lo stesso Vasco Rossi a Sanremo ha cantato dei brani molto forti, sicuramente discutibili, ma l’ha fatto con la propria arte, esternando in musica il suo stato d’animo. Tanti ragazzi meriterebbero quel palco, tantissimi giovani che non mirano a soldi o colpi di scena vorrebbero cantare la loro canzone (di qualsiasi genere sia, rock, pop, rap, e così via…)  in mondovisione, come offre il festival di Sanremo. Sanremo la città dei fiori, e per questo calpestata nella sua dignità se posso definirla cosi. E poi francamente, prendersela con dei fiori, non mi sembra un atteggiamento da veri “duri”. Il giovane che vuol fare il “duro” e il figo è quello che lo fa con un obiettivo, con dei valori, lottando contro le ingiustizie, aiutando i propri coetanei a crescere, dimostrandosi artisticamente coraggioso e razionale, che sa difendere i deboli nelle sue canzoni. Questi sono gli elementi che hanno premiato nel tempo i più grandi cantanti che hanno fatto prima di tutto una gavetta stratosferica. E’ facile distruggere tutto solo perché si ha la possibilità di far parlare di se…. anche perché l’onda mediatica quando ti tira su, senza dei contenuti seri, poi riscende e si spiaggia come nulla fosse.

Io non voglio fare il moralista, bensì il messaggio è quello che forse a questo gesto debbano seguire delle scuse. Ognuno di noi può sbagliare chi più chi meno, basta che si comprendano e ammettano i propri errori, e si lanci in prima persona un messaggio costruttivo, per il futuro proprio e di chi vuol fare con passione quel mestiere. Poiché il cantante merita “pari dignità” di un lavoratore qualsiasi, ma così come meritano dignità e rispetto tutte le persone che in quel momento stavano guardando la tv, a cominciare dagli stessi ragazzi giovani e giovanissimi che suonano in band, che fanno i rapper, che cercano ogni giorno di lottare per trovare una loro strada …. e se fossero stati al suo posto magari avrebbero dimostrato di gran lunga altro. Una situazione questa sopra descritta che ha visto lo stesso Amadeus gestire una situazione non facile. Molto apprezzato anche il gesto di Morandi, metafora di gran signorilità, che con la scopa si è messo a raccogliere quanto distrutto. L’auspicio è che il messaggio che deve arrivare ai giovani deve esser quello di non rincorrere l’attenzione mediatica con queste gesta, bensì rincorrere il vero pubblico con la loro arte, con le proprie capacità artistiche essendo se stessi nel rispetto altrui.

Ivan Cardia: