Sono 449.118 i permessi di soggiorno rilasciati nel 2022. A contribuire all’incremento record è stata la guerra in Ucraina. Oltre 3 milioni e 700mila migranti hanno regolare permesso soggiorno. Lo dice l’Istat nel report “Cittadini non comunitari in Italia, anni 2022 – 2023”.
Istat: “Record di permessi di soggiorno nel 2022”
Sono 449.118 i permessi di soggiorno rilasciati nel 2022. Numeri che non si registravano da oltre dieci anni, con un aumento dell’85,9% rispetto all’anno precedente. A contribuire a questo incremento è stata la guerra in Ucraina, sono infatti 148mila i nuovi permessi per protezione temporanea rilasciati ai cittadini ucraini. Lo dice l’Istat con il report “Cittadini non comunitari in Italia, anni 2022 – 2023”.
A crescere sono anche i permessi per lavoro e per studio. I primi, tra il 2021 e il 2022, sono aumentati del 32,2% e rappresentano il 15% dei nuovi permessi rilasciati lo scorso anno. Quelli per studio hanno raggiunto un picco di oltre 25mila unità – registrando un aumento del 42,6% – cifra che non si registrava dal 2013. Nel 54,7% dei casi è ottenuto dalle ragazze. A diminuire sono i permessi di soggiorno di lungo periodo, “quelli cioè rilasciati ai cittadini non comunitari che risiedono in maniera stabile e continuativa in Italia da almeno 5 anni”. Rappresentano il 60% di tutti quelli in corso di validità. Per alcune comunità si supera il 70%, per altre si sfiora l’80%, come per ecuadoriani, serbi e macedoni. Per i cittadini della Moldova si arriva all’85%, mentre per il Regno Unito al 93%.
Oltre 3 milioni e 700mila con regolare permesso soggiorno
Al 1 gennaio 2023 sono oltre 3 milioni e 700mila i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia. Un aumento del 4,7% rispetto al 2022. Un incremento “quasi del tutto imputabile” alle nuove presenze dall’Ucraina che sono il 66,5% in più. I dati sono contenuti nel report dell’Istat “Cittadini non comunitari in Italia”, anni 2022-2023. La comunità ucraina si colloca, quindi, al terzo posto per numero di presenze – superando quella cinese – dopo quella marocchina e quella albanese.
Fonte: Ansa