In Indonesia centinaia di operai stanno protestando per chiedere garanzie sulla sicurezza sul lavoro. Sabato scorso un altoforno di una fabbrica per la produzione di nickel è esploso, uccidendo 18 persone e ferendone una trentina. I manifestanti si sono radunati davanti alla fabbrica per chiedere condizioni più agevoli e sicure di lavoro.
Indonesia: protesta operai dopo esplosione in fabbrica di nickel
Centinaia di operai stanno protestando in Indonesia per le condizioni di lavoro a cui sono costretti, evidenziate sabato scorso dall’esplosione in una fabbrica per la produzione di nickel nella quale sono morti almeno 18 lavoratori mentre altre decine sono rimaste ferite, molte in modo grave. Trenta persone sono tuttora ricoverate in ospedale.
L’incidente nella fabbrica
L’incidente, accaduto all’impianto Pt Indonesia Tsingshan Stainless Steel (Itss), finanziata da capitali cinesi, nel distretto industriale di Morowali, sull’arcipelago-provincia di Sulawesi, è avvenuto durante le operazioni di riparazione di un altoforno, quando del liquido infiammabile ha investito gli operai al lavoro, prendendo fuoco e ustionandoli. Il nichel puro, prodotto nella fabbrica, è impiegato tanto nella produzione di batterie elettriche per le auto quanto in quella dell’acciaio inossidabile.
Le richieste degli operai
I manifestanti si sono radunati davanti alla fabbrica per chiedere condizioni più agevoli e sicure di lavoro, con un totale di 23 richieste, incluso un miglioramento dei servizi di pronto soccorso dell’impianto, un cambio nel management e l’obbligo per i dirigenti cinesi di imparare la lingua indonesiana. Fra i morti del 23 dicembre c’era anche Muhammad Taufik, saldatore di 40 anni, che ha lasciato moglie e due figli. “La famiglia lo piange, era lui che portava a casa il pane”, dice il cugino Parlin, che ha partecipato alla protesta. La Itss, ha raccontato il cugino di Taufik, ha concordato con la famiglia un risarcimento in denaro di 600 milioni di rupie indonesiane (circa 35.200 euro).
Fonte: Ansa