Torino ha una lunga e forte storica presenza del mondo cattolico nella realtà sociale della Città. Dai Santo Sociali dell’800, Don Bosco e la grande iniziativa dei Salesiani, il Cottolengo, con la più importante e toccante attenzione ai nostri fratelli più sfortunati e che famiglia e società non riescono ad accompagnare nella loro vita, al Murialdo e al Cafasso sino alle esperienze più recenti come il SERMIG di Ernesto Olivero.
Per limitarci al dopoguerra la “Camminare Insieme” del Cardinal Pellegrino negli anni delle lotte sociali e del terrorismo, il forte annuncio dell’Arcivescovo Nosiglia sulle due Città, la metà della città che sta bene che non si accorge della metà della cttà che sta mane, ora la forte iniziativa dell’Arcivescovo Repole che prima ha chiesto a Stellantis conto della presenza a Torino e nel Paese ora con l’incontro pubblico tra l’Arcivescovo, Sindaco e Presidente della Regione. La denuncia di Mons. Nosiglia non trovò ascolto. L’unica proposta raccolta sin qui è quella del Centro per la Intelligenza artificiale proposta di Don Luca Peyron, parroco della Madonna di Pompei, nipote del grande Sindaco torinese degli anni 50, una proposta fatta propria da Mons. Nosiglia e accolta dal Governo che ha assegnato alla ex Capitale dell’auto il Centro per la intelligenza artificiale collegato al settore auto e a quello della mobilità
L’augurio è che la politica torinese, il sindacato e la imprenditoria sappiano far propria la grande preoccupazione sociale dell’Arcivescovo perché la prima Capitale d’Italia negli ultimi 20 anni ha perso ben 20 punti di PIL rispetto a Bologna e Milano e ha visto aumentare povertà e degrado nelle periferie dove suppliscono con tanta passione le Parrocchie e la Caritas.