L’episodio è avvenuto nel febbraio in un tempio dell’India durante un incontro tra il Dalai Lama e degli studenti
In queste ore è diventato virale il video che mostra il Dalai Lama che chiede a un ragazzino di succhiargli la lingua. È accaduto il 28 febbraio scorso, ma solo ora il video sta circolando in rete, scatenando una protesta di massa sui social con critiche formali dalle organizzazioni a tutela dei diritti dei minori. L’episodio è avvenuto nel tempio Tsuglagkhang di Dharamshala, nel nord dell’India dove il guru buddhista stava incontrando un gruppo di studenti.
Nel filmato si vede un ragazzino che al microfono chiede al Dalai Lama se lo può abbracciare e lui lo invita a salire sul palco e a baciarlo sulla guancia. A questo punto dalle immagini si vede il Dalai Lama che lo esorta a baciarlo anche sulle labbra e gli dice: “E succhiami la lingua”. L’episodio ha lasciato senza parole anche i tanti seguaci del buddismo tibetano e, dopo il clamore di queste ore, l’ufficio stampa del leader spirituale ha dichiarato di volersi scusare con il ragazzo e la sua famiglia dichiarando che si tratta di un modo innocente e scherzoso.
Sullo spiacevole episodio è intervenuto don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, associazione che opera contro la pedofilia e opera per la tutela dell’infanzia in Italia e nel mondo. “In Italia un bacio in bocca a un bambino è violenza sessuale ed è irrilevante se sia con la lingua o meno. Per il Dalai Lama – continua – basta chiedere scusa, ma è davvero un brutto esempio da parte di un maestro spirituale”. E ancora aggiunge don Fortunato: “É disgustoso quel bacio e quella richiesta a un bambino davanti a centinaia di giovani”.
Alla domanda se le scuse siano una ammissione di leggerezza risponde: “non possono mai giustificare questo gesto che non può essere annoverato tra gli abituali scherzi”.
C’è stato chi ha accusato il fondatore di Meter di essere solo un prete a differenza del Dalai Lama che è un grande maestro spirituale, ma lui risponde: “Probabile queste persone dimenticano che è da una vita che tutelo i bambini da ogni forma di abuso qui in Italia e altrove. – E conclude con rammarico – Forse non mi sono informato abbastanza, ma mi aspettavo una maggiore reazione da chi si occupa di tutela dei bambini”.