Le donne percepiscono mediamente retribuzioni più basse dell’11% rispetto ai colleghi uomini. Il divario si accentua ancora di più con la maternità e con l’avanzare della carriera. Sono alcuni dei dati sul gender gap in Italia presentati nel rapporto della Banca d’Italia.
Gender gap, Bankitalia: “Alle donne stipendi più bassi degli uomini dell’11%”
Le donne percepiscono mediamente retribuzioni più basse dell’11% rispetto ai colleghi uomini. Questo differenziale è già ampio all’ingresso nel mercato del lavoro: il 16% tra i diplomati, il 13% tra i laureati.
Il divario si accentua ancora di più con la maternità e con l’avanzare della carriera. Sono alcuni dei dati sul gender gap in Italia presentati nel rapporto della Banca d’Italia sul tema che illustra i principali risultati del progetto “Le donne, il lavoro e la crescita economica”. Per quanto riguarda la maternità, rispetto alle donne senza figli, nei due anni successivi alla nascita del primo figlio le madri occupate hanno una probabilità quasi doppia di non avere più un impiego e, a quindici anni dal parto, le loro retribuzioni medie sono circa la metà (considerando le madri che continuano a lavorare). Il differenziale retributivo si amplia ulteriormente più avanti nella carriera ed è maggiore tra i lavoratori con redditi più elevati. Tra i dipendenti del settore privato, a 64 anni di età, la differenza tra l’ultimo decile della distribuzione del salario unitario di uomini e donne è quasi il 30 per cento; per il primo decile è meno del 10. Le donne occupate, inoltre, hanno più di frequente impieghi di tipo temporaneo (18% delle donne occupate alle dipendenze, 16 per gli uomini) e part-time (31,7% delle lavoratrici, 7,7 dei lavoratori). Il part-time non è sempre una scelta delle donne: una lavoratrice a tempo parziale su due sarebbe disponibile a lavorare a tempo pieno (la quota più elevata osservata tra i paesi dell’Unione europea).
Fonte: Ansa