Garlatti (Agia): “Educazione risorsa straordinaria per imparare a rispettare l’altro”

L'autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, Carla Garlatti. Foto: Agia

In occasione della Giornata internazionale, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Carla Garlatti ha posto l’accento sulla centralità dell’educazione per “costruire un futuro di pace”.

Educazione: Garlatti (Agia): “Risorsa straordinaria per imparare a rispettare l’altro”

Per costruire un futuro di pace – e oggi ce n’è un grande bisogno – è essenziale che sin da bambini si apprenda a condividere. L’educazione è una risorsa straordinaria per imparare a rispettare l’altro, entrarci in empatia e coinvolgerlo”. Lo afferma l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Carla Garlatti, in occasione della Giornata internazionale dell’educazione.

“Quando si parla di educazione inclusiva a scuola di solito si fa riferimento a interventi che eliminino ogni tipo di barriera: da quelle architettoniche e quella della lingua. Tuttavia – osserva Garlatti -, se ci si ferma al superamento degli ostacoli ‘materiali’, non si lavora veramente per un’inclusione reale. Dobbiamo domandarci, infatti, cosa vogliamo intendere con il termine inclusione: la sola possibilità di accedere alle lezioni o anche un’effettiva partecipazione da parte di tutti, senza distinzioni?”.

Per la garante, “una scuola davvero inclusiva è quella che permette a ogni ragazzo di trovare il proprio spazio come persona e di riuscire a esprimersi liberamente. Ce lo hanno detto anche gli studenti: all’interno delle aule scolastiche devono esserci più spazio e tempo per il dialogo. Ed è proprio dall’ascolto dei bisogni di ciascuno – che sia persona con disabilità, straniera o timida – che passa un’effettiva inclusione”.

Garlatti, infine, sottolinea: “Non è vero che i ragazzi con disabilità rappresentano un ostacolo alle attività didattiche, mentre tutti possono trarre vantaggio dalla condivisione in classe e dallo scambio reciproco, acquisendo migliori sensibilità, un approccio più empatico e un’accoglienza verso l’altro”.

Fonte: AgenSIR

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