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Gabon: si consolida il golpe del capo dei pretoriani

Si consolida il colpo di Stato militare in Gabon dove ufficiali della Guardia repubblicana hanno deposto il presidente Ali Bongo Ondimba poco dopo la sua controversa rielezione

Il 30 agosto 2023, dopo le elezioni presidenziali, alcuni ufficiali dell’esercito hanno annunciato di aver preso il potere dopo un colpo di Stato e di avere annullato i risultati del voto, deponendo il presidente eletto Ali Bongo Ondimba.

Gabon: si consolida il golpe del capo dei pretoriani

Fra condanne internazionali imbarazzate per i brogli di un clan familiare abbarbicato al potere da oltre mezzo secolo, si consolida il colpo di Stato militare in Gabon, il piccolo Paese dell’Africa occidentale dove ufficiali della Guardia repubblicana mercoledì hanno deposto il presidente Ali Bongo Ondimba poco dopo l’annuncio di una sua rielezione maturata sabato nelle urne. Conservando il coprifuoco imposto da Bongo dopo il voto e appoggiati da una normalità per le strade dove si notano solo file per l’acquisto del pane, l’esercito ha annunciato che il generale Brice Oligui Nguema presterà giuramento lunedì come “presidente della transizione”: il capo dei pretoriani di Bongo, già fedelissimo del padre Omar che era stato al potere per 42 anni fino al 2009, si conferma l’uomo forte che gestirà “l’instaurazione graduale delle istituzioni della transizione”.

Con un’apparente volontà di non rompere con l’ex dominatore francese, i militari hanno promesso che il Gabon “rispetterà tutti i suoi impegni interni ed esterni”.

Sta andando dunque in porto l’ottavo colpo di Stato compiuto in Africa dal 2020, di cui due ciascuno in Mali e Burkina Faso (gli altri hanno colpito Ciad, Guinea e Niger). Considerando la guerra civile in Sudan, si è creata una fascia di instabilità o illegittimità democratica che va dall’Atlantico al Mar Rosso. Ad essere colpito nel poverissimo e corrotto Gabon ricco di petrolio è un altro pilastro della ‘Francafrique’, quell’intricata e opaca rete di diplomazia, commercio e potenza militare francese che ha mantenuto al potere autocrati africani assicurando ad aziende francesi un accesso privilegiato ai loro entourage. Una costruzione che nelle ultime ore ha ricevuto una nuova picconata: il Niger ha tolto l’immunità diplomatica all’ambasciatore francese, Sylvain Itte, e ne ha ordinato l’espulsione.

“L’Ue respinge qualsiasi presa di potere con la forza in Gabon e invita tutte le parti coinvolte a dar prova di moderazione”, ha dichiarato l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, che però ha avvertito che che il golpe in Gabon non può essere paragonato alla crisi in Niger: a Libreville, ad essere deposto, è stato un presidente che aveva vinto “elezioni piene di irregolarità”. Un simile distinguo è venuto dal ministero degli Esteri britannico che ha condannato questo atto “incostituzionale” pur “riconoscendo le preoccupazioni” sulle recenti elezioni, “comprese le restrizioni alla libertà dei media”. L’opposizione, rompendo il silenzio, ha esortato a riconoscere la propria “vittoria” nelle urne mentre l’Unione africana per il momento ha sospeso il Paese con effetto immediato.

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