Circa 3 punti di vantaggio su chi insegue e un 4% in più rispetto al 2017. Numeri che, almeno sulla carta, premiano il presidente uscente della Francia, Emmanuel Macron, che dovrà conservare la poltrona dell’Eliseo al ballottaggio che si terrà fra 15 giorni. Alle elezioni presidenziali francesi non è stato sufficiente il primo turno per determinare chi guiderà il Paese per i prossimi cinque anni. Per quanto il margine che separa Macron dalla leader dell’ultradestra, Marine Le Pen, sia abbastanza per far sperare il leader di En Marche nella riconferma. Al momento, i numeri dicono 27,4% (Macron) contro 24% (Le Pen), anche se va tenuto in considerazione l’exploit di Jean-Luc Mélenchon e della Sinistra radicale, terza con il 21,6%. Non abbastanza per soffiare a Le Pen il posto al ballottaggio ma più che sufficiente per indirizzare gli umori di buona parte dell’elettorato fra due settimane.
Il boom di Mélenchon
Se i numeri dei due candidati principali di Francia confermano in qualche modo i pronostici, un risultato oltre il 20% per Mélenchon era tutt’altro che scontato. Sia per l’atteso flop della sinistra (specie il Centrosinistra di Anne Hidalgo, fermo all’1,7%) che per il timore di uno schieramento pro-Le Pen di alcuni membri della gauche radicale. Strategia che, secondo gli analisti, avrebbe avuto senso in un’ottica anti-Macron. Niente di tutto questo. La Francia (specie i votanti più giovani), concedendo un successo simile a Mélenchon, sbilancia non poco le ambizioni della leader dell’Ultradestra. Tanto più che il tribuno della gauche ha più volte gridato dal palco che “neppure un voto deve andare a Marine Le Pen”.
Macron e la sinistra
Ora comincerà la partita vera. Quindici giorni che dovranno bastare a Macron per ottenere la fiducia degli elettori della sinistra e convincerli di non strizzare l’occhio sollo alle élite. La promessa è di “un grande movimento politico di unità e azione”. E, soprattutto, l’auspicio è che non venga concessa al Rassemblement National, e all’estrema destra in generale, di entrare all’Eliseo, poiché in ballo c’è “il futuro della Francia e quello dell’Europa”. I sondaggi, per il momento, sembrano dar ragione al presidente uscente. Per Le Parisien il margine dovrebbe consentire un 54% al ballottaggio. Ma la rimonta di Le Pen, per quanto difficile, non appare impossibile. L’unico aggancio sembra essere l’ancor più estrema destra di Eric Zemmour, leader di Reconquete e fermo al 7% circa. Niente di che ma, nonostante i disaccordi mai nascosti, un probabile punto d’appoggio.