Etna: nuova attività stromboliana al cratere Voragine

Un'attività stromboliana è stata registrata dall'Ingv di Catania al cratere Voragine dell'Etna. L'attività stromboliana è caratterizzata da esplosioni intermittenti che espellono materiale piroclastico come cenere e lapilli

L'Etna, in Sicilia. Foto di Samir Kharrat su Unsplash

L’Ingv di Catania ha rilevato un’attività stromboliana al cratere Voragine dell’Etna tramite il sistema di videosorveglianza. Tuttavia, la copertura nuvolosa sull’area sommitale ha limitato le osservazioni. La sorgente del tremore è localizzata tra i crateri Voragine e Sud-Est, a circa 2.800 metri di altitudine. L’attività stromboliana è un tipo di attività vulcanica caratterizzata da esplosioni intermittenti che espellono materiale piroclastico come cenere, lapilli e bombe vulcaniche. 

Etna: Ingv, attività stromboliana al cratere Voragine

Un’attività stromboliana è stata registrata dall’Ingv di Catania, attraverso immagini del sistema di videosorveglianza, al cratere Voragine dell’Etna. Le osservazioni degli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, sono fortemente limitate a causa della copertura nuvolosa presente sull’area sommitale. Il modello previsionale di dispersione dell’eventuale nube vulcanica indica la direzione Sud-Est. Una sequenza di eventi sismici e infrasonici, associati ad attività esplosiva è stata registrata per circa 15 minuti, dalle 13.44 alle 14.00 circa. Gli eventi maggiormente energetici sono stati registrati alle 13.54. Un repentino incremento dell’ampiezza media del tremore ha accompagnato questa fenomenologia, raggiungendo valori alti e successivamente, alla fine del fenomeno, si è osservata una tendenza al rientro dei parametri sui valori precedenti (medio-bassi). Il centroide delle sorgenti del tremore risulta localizzato in un’area compresa tra il cratere Voragine e quello di Sud Est, a una quota di circa 2.800 metri sopra il livello del mare. Gli eventi infrasonici risultano localizzati al cratere Voragine. I segnali delle reti di monitoraggio delle deformazioni Gnss e clinometrica non mostrano variazioni significative.

Fonte: Ansa