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Eni: “timori per le emissioni di gas del nuovo giacimento in Australia

Eni sta rivalutando i propri piani sul giacimento di gas nell'area dello Stretto di Timor, in Australia, perché inquinante. Il colosso energetico sta cercando alternative per ridurre l'impatto ambientale

Eni sta rivedendo i piani per lo sviluppo di un giacimento di gas nell’area dello Stretto di Timor, a nord dell’Australia, a causa delle preoccupazioni riguardo alle emissioni di CO2. Il progetto è stato giudicato estremamente emissioni-intensive e Eni sta esaminando alternative per ridurre l’impatto ambientale.

Il gas nel giacimento ha un alto contenuto di CO2 e se sviluppato, potrebbe essere il più alto in Australia. Eni sta considerando soluzioni alternative per trattare il CO2 prima del rilascio nell’atmosfera, in linea con le leggi australiane.

Eni: timori per emissioni giacimento gas Stretto di Timor

Il colosso delle risorse petrolifere Eni sta rivedendo i suoi piani di sviluppo multimilionari di un nuovo giacimento di gas nello Stretto di Timor a nord dell’Australia, giudicato ‘estremamente emission-intensive’ secondo un rapporto dell’Institute of Energy Economics and Financial Analysis (Ieefa).

Lo riferisce l’emittente nazionale australiana Abc citando un portavoce dell’Eni, che ha confermato come la compagnia stesse ora “riesaminando concetti di sviluppo alternativi, tutti miranti a minimizzare l’impronta ambientale del progetto. Un disegno ingegneristico Front End comincerà quando saranno completati gli studi di pre-fattibilità e in seguito al pieno alienamento con tutti i soggetti interessati, in particolare il governo australiano e del Territorio del Nord”, ha aggiunto.

Lo scorso anno la compagnia aveva dichiarato di puntare su una decisione finale di investimento sul suo giacimento di gas in località Verus, 330 km a nordovest del porto settentrionale di Darwin. E il gas ha un alto contenuto di Co2, con una media del 27%. Se sviluppato il giacimento sarebbe alla più alta intensità di carbonio in Australia, secondo un rapporto del 2023 dello Ieefa, che ha definito il progetto “una bomba al carbonio”.

Le emissioni a più alta intensità di carbonio

Secondo l’istituto, le emissioni stimate potrebbero ammontare ad almeno 7,5 milioni di tonnellate di Co2 per anno, senza contare le emissioni prodotte quando il gas è acceso dai clienti finali. Secondo l’ente di dati e analisi per la transizione energetica Wood Mackenzie, citato dall’emittente, l’alto contenuto di carbonio del gas di Verus pone sfide significative per l’Eni.

“Chiaramente è un rischio per l’ambiente: non vogliamo liberare tutto quel CO2 nell’atmosfera” – afferma l’analista di ricerca dell’ente Anne Forbes. La legge australiana impone che il Co2 sia trattato: non può essere rilasciato nell’atmosfera. Per l’Eni vi sono soluzioni, ma sono tutte costose e aggiungeranno costi al progetto, perché in un mondo in cui ci si focalizza molto nel ridurre le emissioni, la compagnia è finita con uno dei giacimenti di gas a più alto contenuto di emissioni.

Fonte: Ansa

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