In Italia, con 7.500 chilometri di costa, la Blue economy – “economia del mare” – contribuisce con circa 70 miliardi di euro all’economia nazionale e dà lavoro a oltre 400.000 persone. Settori come la cantieristica navale in Liguria e il turismo in Sicilia generano rispettivamente 5 miliardi e 4,5 miliardi di euro all’anno. Globalmente, la Blue economy vale circa 1.300 miliardi di euro, con una previsione di raddoppio entro il 2030. In Europa, rappresenta il 5% del PIL e impiega quasi 5 milioni di persone. In Italia, oltre alla Liguria e alla Sicilia, regioni come Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Veneto sono importanti centri di questa economia, con fatturati significativi.
Con 7.500 chilometri di costa, in Italia la Blue economy, l’economia del mare, contribuisce con circa 70 miliardi di euro all’economia nazionale e impiega oltre 400.000 persone, secondo i dati dell’ultimo rapporto Ue riferiti da Ecomondo. Ad oggi il settore è particolarmente sviluppato in Liguria, che grazie alla cantieristica navale e alla rete portuale registra un fatturato annuale di 5 miliardi di euro, e in Sicilia, dove il turismo e il trasporto marittimo valgono 4,5 miliardi. La Blue economy sarà uno degli argomenti al centro di Ecomondo 2024, l’evento organizzato da Italian exhibition group e in programma alla Fiera di Rimini dal 5 all’8 novembre, che approfondirà temi come la riduzione delle emissioni, la gestione sostenibile delle risorse marine, la promozione dell’economia circolare e le energie rinnovabili marine.
La Blue economy comprende settori tradizionali come pesca, acquacoltura, trasporto marittimo, turismo costiero e settori emergenti come energie rinnovabili marine, l’energia eolica offshore e biotecnologia blu, robotica e intelligenza artificiale. Stando ai dati riportati da Italian Exhibition Group, organizzatore di Ecomondo 2024, la Blue economy vale globalmente circa 1.300 miliardi di euro e si prevede che possa raddoppiare entro il 2030. In Europa genera circa 665 miliardi di euro di fatturato, rappresentando il 5% del PIL dell’Ue, e crea quasi 5 milioni di posti di lavoro. L’Italia, insieme a Spagna e Grecia, è tra i principali paesi per posti di lavoro nel turismo costiero e ha una forte presenza nella pesca e acquacoltura. Oltre a Liguria e Sicilia, anche regioni come Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Veneto rappresentano poli significativi nella Blue Economy italiana, ciascuna con un fatturato che si avvicina o supera i 3 miliardi di euro.
Fonte: Ansa
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