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Dott. Piangatelli: “Mal di schiena, che fare? Ecco le nuove terapie”

Il dottor Cristiano Piangatelli, primario di Anestesia e Rianimazione presso l'ospedale Engles Profili di Fabriano, spiega su Interris.it le nuove tecniche per combattere il dolore provocato dalla lombalgia

“La lombalgia, comunemente nota come ‘mal di schiena’, è ormai diventata un problema sociale. Ma pochi sanno che esistono tecniche innovative contro il dolore”. Lo spiega a Interris.it il dottor Cristiano Piangatelli, primario di Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore presso l’ospedale Engles Profili di Fabriano (AN).

“Due anni fa è stato attivato all’interno dell’UOC di Anestesia, Rianimazione dell’Ospedale Engles Profili di Fabriano l’ambulatorio di Terapia del Dolore”, spiega Piangatelli. “Nel 2022 abbiamo effettuato oltre mille visite e i dati del 2023 sono in crescita. Abbiamo anche un’importante mobilità attiva sia infra sia extra regionale, specie dall’Umbra. Si tratta di un volume di prestazioni importanti per un centro ospedaliero di medie dimensioni come quello fabrianese che però si è saputo rinnovare ed ora è un polo importante e all’avanguardia per la cura del dolore. Oggi sono attivi quattro ambulatori settimanali a terapia del Dolore dove effettuiamo nuove visite e controlli. Inoltre, pratichiamo anche interventi di primo livello come infiltrazioni periarticolari o epidurali. E ci avvaliamo della sala operatoria e della sala radiologica dove eseguiamo i trattamenti più avanzati”.

Il dottor Cristiano Piangatelli, primario di Anestesia, Rianimazione e terapia del Dolore presso l’ospedale Engles Profili di Fabriano. Foto: MCastigli

Quali tipi di patologie dolorose seguite?

“Oltre che alla cura del dolore provocato dalle gradi articolazioni (come l’artrosi o tutte quelle patologie dolorose acute e croniche che generalmente colpiscono la popolazione anziana) ci siamo specializzati anche sulla colonna vertebrale, quindi sui vari tipi di lombalgie. Il mal di schiena, infatti, ha varie cause e colpisce una larga fetta della popolazione. E’ una delle patologie maggiormente invalidanti sia a livello professionale, sia nella vita privata”.

Quale tipo di approccio seguite?

“Sul campo della patologia della colonna vertebrale, la neurochirurgia – la branca che si occupa della colonna vertebrale – predilige un approccio non invasivo. Conseguentemente, si è molto sviluppata la terapia del dolore a livello non solo ambulatoriale ma anche di intervento. Grazie anche allo sviluppo di nuove tecnologie correlate”.

Quali sono le nuove tecnologie?

“Oltre alle tecniche infiltrative classiche, presso questo ospedale siamo in grado di effettuare interventi chirurgici in day surgery – il ricovero in un solo giorno con le dimissione nel pomeriggio – per via ecografica o sotto guida radiologica. Nello specifico, effettuiamo delle termoablazioni delle ernie lombari utilizzando uno strumento di ultima generazione che naviga all’interno del disco vertebrale che crea al suo interno una lesione. Tale lesione produce una cicatrice che retrae e riduce il volume dell’ernia stessa. La procedura dira circa un’ora e viene effettuata in anestesia locale con il paziente che entra in ospedale la mattina ed esce il pomeriggio. Le altre problematiche legate alla colonna, come la stenosi del canale vertebrale [il restringimento dello spazio che contiene il midollo spinale e le radici nervose, ndr], protrusioni dicali [la fuoriuscita del disco dal suo spazio naturale, ndr] ecc. si giovano di un’altra tecnica, la radiofrequenza pulsata (PRF) gangliare per via epidurale, che ci permette di navigare all’interno del canale epidurale raggiungendo i gangli nervosi lombari e facendo una neuromodulazione elettrica al fine di ridurre l’impulso doloroso nei malati cronici. Queste due tecniche permettono di raggiungere dei target impensabili fino a qualche anno fa”.

Come curate il dolore sulle grandi articolazioni?

“Sulle grandi articolazioni siamo tra i primi centro nelle Marche che utilizzano la crioterapia in radiofrequenza. Questa consiste in una radiofrequenza che non sfrutta più la temperatura alta (quelle classiche arrivano a 40-80 gradi determinando la lesione dei nervi sensitivi) ma bassa (circa -80 gradi) facendo un’ablazione dei rami nervosi che portano il dolore. Con questo approccio, che utilizza anidride carbonica, si ha una lisi dell’afferenza nervosa per un periodo di tempo più lungo rispetto alla radiofrequenza classica. Nel 2022, come risulta dal report che abbiamo prodotto per la Regione, siamo arrivati a fare 200 trattamenti l’anno, in sala operatoria, con queste nuove tecniche. Un numero, questo, per un centro come Fabriano, piuttosto importante. Molti pazienti vengono indirizzati verso da noi direttamente dalla neurochirurgia dell’ospedale di Ancona con il quale collaboriamo. Nella presa in carico del paziente è compreso anche tutto il percorso di fisioterapia e riabilitazione cercando, in ta modo, di dare una risposta che sia la più ampia possibile. Nei casi più complessi, se ne sopraggiunge la necessità, si aggiunge anche la valutazione di un neurochirurgo al fine di valutare quali strategie mettere in atto. Avere più professionisti che lavorano per la salute del paziente permette di attuare la scelta più ponderata”.

Possiamo quindi affermare che Fabriano sia diventato un centro all’avanguardia per la terapia del dolore nelle Marche e anche nel centro Italia?

“Per quanto concerne la colonna vertebrale sicuramente abbiamo avuto una crescita significativa e importante con prestazioni di qualità e con dei dati che sono in costante aumento”.

In conclusione, non bisogna arrendersi al mal di schiena…

“No, assolutamente. E’ una patologia frequente e limitante, ma abbiamo delle armi per combatterlo. Spesso è richiesto del tempo ma non bisogna arrendersi né rinunciare a farsi curare. Soprattutto è consigliabile avere una presa in carico completa da parte della struttura sanitaria, altrimenti si rischia di avventurarsi su tante tipologie di approcci che non danno una linea guida precisa e fanno perdere del tempo prezioso rischiando che il dolore si cronicizzi e sia molto più difficile trattarlo efficacemente”.

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