Un incendio di proporzioni enormi quello scoppiato in un deposito petrolifero di Matanzas, a Cuba. Una cittadina di circa 140 mila abitanti, distante circa 100 chilometri dalla capitale L’Avana, nella quale si trova però uno dei più importanti depositi di greggio. Sul quale, nelle scorse ore, si è abbattuto un fulmine, sufficiente per scatenare un rogo colossale. Almeno una persona è rimasta uccisa dalle fiamme, altre 121 sono state ferite. Ben 17, però, il bilancio provvisorio dei dispersi.
Quasi 2 mila evacuati
L’alta colonna di fumo ha diffuso nell’aria un odore acre e sostanze potenzialmente dannose per la cittadinanza. Quasi 2 mila persone sono state costrette a evacuare dall’area dell’incendio. Il direttore sanitario di Matanzas, Luis Armando Wong, ha confermato il rinvenimento di un corpo sul luogo dell’incidente e la presenza di cinque feriti in condizioni critiche. Altri 28 sono stati segnalati come in condizioni gravi. Tra i feriti sarebbe presente anche il ministro dell’Energia cubano, Livan Arronte.
Aiuti in arrivo a Cuba
Per quanto riguarda i dispersi nell’incendio, tutti e 17 sarebbero dei Vigili del fuoco. I quali “si trovavano nella zona più vicina all’incendio” al momento dell’esplosione. Numerosi aiuti sono nel frattempo arrivati dai Paesi vicini, fra cui il Messico, che ha inviato un contingente dell’esercito all’aeroporto internazionale Juan Gualberto Gomez, proprio nella provincia di Matanzas. Sono 60 i militari messicani arrivati a Cuba, assieme a 22 specialisti tecnici di Petroleos Mexicanos per aiutare a spegnare le fiamme. Altra assistenza è arrivata dai governi di Venezuela, Russia, Nicaragua, Argentina e Cile, ringraziati pubblicamente dal presidente Miguel Diaz Canel. Il quale ha spiegato che Cuba “ha apprezzato anche l’offerta di consigli tecnici proveniente dagli Stati Uniti”.
In aggiornamento