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Creatività, individuato il circuito cerebrale da cui si sviluppa

Lo ha dimostrato uno studio condotto su oltre 800 persone pubblicato sulla rivista Jama Network Open

Da uno studio condotto su oltre 800 persone è emerso che, diverse regioni cerebrali, sono attivate durante attività creative come in uno stesso circuito cerebrale, con comportamenti e meccanismi che possono esser alterati da specifici danni al cervello.

Lo studio

Scoperto il circuito del cervello che libera la creatività: è tenuto sotto controllo dalla regione frontale dell’emisfero destro, e la sua attività può essere potenziata o diminuita per effetto di lesioni cerebrali e malattie neurodegenerative. Lo dimostra lo studio condotto su oltre 800 persone, pubblicato sulla rivista Jama Network Open da un gruppo internazionale di ricerca guidato dal Mass General Brigham negli Stati Uniti.

Le dichiarazioni

“Volevamo capire quali regioni cerebrali sono fondamentali per la creatività umana e come ciò si collega agli effetti delle lesioni cerebrali”, dice il neurologo Isaiah Kletenik. Per rispondere a questi interrogativi, i ricercatori hanno esaminato l’attività cerebrale di 857 persone sottoposte a risonanza magnetica funzionale del cervello durante l’esecuzione di attività creative come disegnare o fare musica.

I dati raccolti

I dati raccolti hanno evidenziato diverse regioni cerebrali che si accendono durante l’esecuzione di attività creative e che fanno parte di un circuito cerebrale comune. “Alcune persone colpite da malattie neurologiche vedono comparire un inedito comportamento creativo e mostrano specifici modelli di danno in linea con il nostro circuito della creatività”, spiega il primo autore dello studio, Julian Kutsche. A suo dire, la scoperta più interessante è che diverse regioni del cervello attivate da attività creative sono tutte negativamente collegate al polo frontale destro, una regione del cervello importante per il controllo e i comportamenti basati sulle regole. “Per essere creativi bisogna probabilmente spegnere il nostro critico interiore in modo da trovare nuove direzioni e persino commettere errori”, afferma Kletenik.

La spiegazione

“Queste scoperte – prosegue il ricercatore – potrebbero aiutare a spiegare come alcune malattie neurodegenerative possono portare a diminuzioni della creatività mentre altre possono manifestare un aumento paradossale della creatività. Potenzialmente potrebbero anche indicare una nuova via per stimolare il cervello e aumentare la creatività umana”.

Fonte: Ansa

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