Confcommercio prevede un aumento del PIL 2024 dello 0,9%, con potenziale di superare l’1%. Il direttore dell’Ufficio studi, Mariano Bella, sottolinea la crescita dei servizi rispetto all’industria. Il settore terziario, che comprende commercio, turismo, e servizi, rappresenta oltre il 50% dell’occupazione, con un aumento di quasi 3,5 milioni di lavoratori dal 1995 al 2023. Tuttavia, i consumi restano fragili, sebbene si preveda un miglioramento grazie alla riduzione dell’inflazione e all’incremento degli investimenti pubblici e privati. La partecipazione femminile al lavoro è vista come fondamentale per la crescita futura dell’Italia.
Confcommercio: “Il Pil 2024 può crescere oltre l’1%”
Confcommercio conferma la stima del Pil 2024 a +0,9% ma “è una previsione cauta perché ci sono le condizioni per superare tranquillamente l’1%”. E’ quanto indica il direttore dell’Ufficio studi della confederazione, Mariano Bella, presentando l’Osservatorio Terziario e lavoro. Si conferma una doppia velocità tra i settori: male l’industria, bene i servizi. Ed è proprio il terziario che traina gran parte dell’occupazione sfondando quota 50%. Tra il 1995 e il 2023 si registra un aumento di quasi 3,5 milioni di lavoratori nel comparto, passando da 9,1 milioni a 12,6 milioni (salendo così dal 40,3% al 50,5% del totale).
Consumi ancora fragili
I consumi, sottolinea il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio, però sono ancora “fragili” e questo resta “l’elemento di maggior preoccupazione”. Ma le prospettive dovrebbero essere migliori. “Nel prosieguo dell’anno – spiega Bella – pensiamo che, grazie alla sconfitta dell’inflazione, dovremmo recuperare ulteriore potere d’acquisto sui salari e quindi migliorare i consumi. E poi la riduzione degli investimenti in costruzioni dovrebbe essere compensata da una accelerazione sugli investimenti pubblici e privati derivanti dal Pnrr”. Sul fronte dell’occupazione, l’Osservatorio sottolinea inoltre che tra giugno 2019 e giugno 2023 nel complesso si registrano 2,6 milioni di lavoratori in più, di cui il 77,9% appartiene al terziario di mercato (2 milioni). La crescita si compone per l’87% di lavoratori dipendenti e per il 13% di lavoratori indipendenti; il 98,5% e il 75% rispettivamente degli indipendenti e dei dipendenti appartiene al terziario. “Il terziario di mercato è palestra di auto-imprenditorialità, ma è fondamentale anche per il lavoro dipendente”, evidenzia.
Donne al lavoro è principale via di crescita
“L’incremento della partecipazione delle donne al mondo del lavoro costituisce la principale, se non l’unica, possibilità di crescita dell’Italia nel prossimo decennio”: è quanto sottolinea l’Osservatorio Terziario e lavoro dell’Ufficio studi di Confcommercio, presentato dal direttore Mariano Bella, evidenziando che l’Italia resta in coda nell’Ue per lavoro femminile.
Sangalli: “Gap competenze, mancano 170mila lavoratori nel turismo”
“Nel nostro Paese l’occupazione cresce grazie al terziario di mercato, cioè commercio, turismo, servizi, trasporti. Settori che, complessivamente, garantiscono oltre il 50% del totale degli occupati. Tuttavia mancano 170mila lavoratori, soprattutto nel comparto turistico, per mancanza di competenze specifiche”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sull’Osservatorio Terziario e lavoro presentato oggi dall’Ufficio studi della Confederazione. Dunque, prosegue Sangalli, “servono più politiche attive, più formazione per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.
Fonte: Ansa