Positive le stime dell’ufficio studi di Confcommercio che vedono un aumento della spesa delle famiglie che tornerà “alla normalità” superando il livello pre-Covid del 2019: da 20.814 euro a 21.083 euro. Ma il presidente Sangalli lancia l’allarme: “L’economia è in fase di rallentamento”.
Confcommercio, consumi famiglie oltre i livelli pre-Covid
Quest’anno la spesa delle famiglie – stima l’ufficio studi di Confcommercio – spinta soprattutto dal turismo (+23,6%) tornerà “alla normalità” superando (a quota 21.083 euro) il livello pre-Covid del 2019 (20.814 euro).
Tuttavia, avverte il presidente Carlo Sangalli, l’economia “è in fase di rallentamento e alcuni nodi sono ancora irrisolti. Mancano infatti all’appello un piano di rilancio del Sud, la piena realizzazione di riforme e investimenti del Pnrr e una profonda riforma fiscale in tempi rapidi”. Ancora nel 2024, invece, ci si avvicinerà ma non saranno raggiunti i livelli del picco pre-crisi del 2007 (21.365 contro 21.569).
Restano “nodi irrisolti” e la preoccupazione per una economia in rallentamento mentre – rileva Sangalli commentando le stime sulla spesa pro capite delle famiglie dell’ufficio studi di Confcommercio – “la crescita dei servizi e del turismo potrebbe riportare quest’anno i consumi a un livello di normalità. Consumi che, peraltro, valgono il 60% del Pil”. Il dato emerge da una analisi sui consumi delle famiglie italiane negli ultimi trent’anni, tra il 1995 ed il 2023.
Quello nel lungo periodo è considerato “un andamento deludente”, dimostra “una patologia da scarsa crescita strutturale”, negli anni e fino alle stime per il 2024: “Oltre duecento euro di spesa a testa in meno” rispetto al picco raggiunto nel 2007, prima della crisi finanziaria del 2008. Il 2023 – rileva Confcommercio – “si può definire come l’anno del ritorno alla normalità grazie soprattutto al consistente contributo della filiera turistica che, rispetto all’anno scorso, registra aumenti consistenti per viaggi, vacanze e alberghi (+23,6%), servizi ricreativi e culturali (+9,7%), bar e ristoranti (+8%). In attesa della ripresa della manifattura esportatrice, sono questi i pilastri del terziario di mercato da cui può derivare una maggiore crescita economica auspicabilmente sostenuta anche da riforme e investimenti del Pnrr”.
A parte l’impatto sull’economia, l’analisi di Confcommercio delinea il quadro di come, tramite i consumi delle famiglie, in trent’anni sono cambiate vita e abitudini degli italiani: in sintesi “sempre più tecnologia e tempo libero, meno pasti in casa, mobili e arredamento. Abbigliamento ai livelli del 1995”. Il rapporto mette in evidenza che “è la tecnologia, con i pc e i prodotti audiovisivi e multimediali, ma soprattutto i telefoni, a segnare un vero e proprio boom nei consumi degli italiani negli ultimi 30 anni: i primi, con un aumento della spesa pro capite in termini reali del 786%, i secondi con un incremento addirittura del 5.339%; in forte crescita, all’interno del comparto del tempo libero, anche i servizi ricreativi e culturali (+93%); in calo i pasti in casa (-11,2%), mobili ed elettrodomestici (-5,1%) e il consumo di elettricità e gas (-12,2%), anche in virtù della riduzione degli sprechi e delle politiche di risparmio energetico”. Quanto ai dati del 2022, “con 20.810 euro pro capite la spesa delle famiglie è ancora inferiore ai livelli del 2019”.
Fonte: Ansa