Condotta in Alabama la prima esecuzione capitale con l’azoto

Foto di Maria Oswalt su Unsplash

Eseguita la prima condanna a morte in Usa con l’azoto. E’ accaduto in Alabama dove la Corte suprema americana aveva respinto l’ultimo appello e stabilito che si potesse procedere e usare l’azoto per giustiziare Kenneth Eugene Smith, 59 anni, nel braccio della morte di Holman da 34 anni per aver ucciso nel 1988 Elizabeth Sennett su commissione del marito di lei, che voleva riscuotere il premio dell’assicurazione e che si era poi suicidato.

Condotta in Alabama la prima esecuzione con l’azoto

Il boia colpisce in Alabama, dove Kenneth Smith è stato giustiziato con l’azoto. E’ la prima volta che tale controversa tattica viene usata negli Stati Uniti per una condanna a morte da quando è stata introdotta l’iniezione letale nel 1982. Smith è stato dichiarato morto alle 20:25 locali, dopo che l’esecuzione è stata rimandata di alcune ore per attendere l’esito dell’ultimo appello alla Corte suprema americana. La Corte suprema americana aveva respinto l’ultimo appello e stabilito che l’Alabama potesse procedere e usare l’azoto per giustiziare Smith rifiutando di bloccare quella che è diventata la prima esecuzione con l’azoto negli Stati Uniti dal 1982. La decisione è stata presa con i giudici liberal contrari.

La storia di Smith

Smith è stato condannato per aver ucciso nel 1988 Elizabeth Sennett su commissione del marito, che voleva riscuotere il premio dell’assicurazione e che si è poi suicidato. L’anno scorso è peraltro già sopravvissuto ad una prima esecuzione con iniezione letale, motivo per il quale i suoi legali avevano presentato appello alla massima corte, che però l’ha respinto. I medici non riuscirono a trovare la vena in cui iniettare il liquido, sottoponendolo di fatto ad una tortura: gli trafissero invano mani e braccia per più di un’ora, fino poi a sospendere l’esecuzione per il rischio di non riuscire a rispettare i tempi previsti.

L’esecuzione con l’azoto

Smith, che ha 59 anni, è stato legato ad un lettino nella camera della morte della prigione di Holman e costretto a respirare un’alta concentrazione di gas azoto da un contenitore pressurizzato, attraverso una maschera aderente applicata sul viso. L’azoto costituisce il 78% dell’aria che respiriamo. L’aumento di questa percentuale diventa però fatale in quanto riduce la quantità di ossigeno.

I dati sulla pena di morte

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani aveva espresso preoccupazione sul fatto che “l’ipossia di azoto possa provocare una morte dolorosa e umiliante” e aveva affermato che l’esecuzione con questo metodo “potrebbe equivalere a tortura” o essere “degradante ai sensi del diritto internazionale sui diritti umani”. La pena di morte, afferma L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, “è incompatibile con il diritto fondamentale alla vita.

Non vi è alcuna prova che ciò scoraggi la criminalità. Piuttosto che inventare nuovi modi per attuare la pena capitale, esortiamo tutti gli Stati a mettere in atto una moratoria sul suo utilizzo, come passo verso l’abolizione universale”. Tuttavia, in base agli ultimi dati di Amnesty International, anche se due terzi dei Paesi del mondo hanno abolito questa pena nella legge o nella pratica, nel 2022 tramite decapitazione, impiccagione, fucilazione o iniezione letale sono state eseguite almeno 883 condanne a morte in 20 Paesi, con un aumento del 53% in un anno.

Fonte: Ansa

redazione: