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Commercio, Istat: “In calo export e import”

Istat: "La riduzione dell’export a settembre, più intensa per l’area extra-Ue, è condizionata dalle vendite occasionali di elevato impatto"

Contrazione a settembre degli scambi commerciali dell’Italia con l’estero. Conferma la tendenza negativa anche l’import. La flessione coinvolge tutti i settori, a eccezione di autoveicoli e macchinari. I dati Istat sul commercio.

Commercio, Istat: “In calo export e import”

A settembre 2023 l’Istat stima una contrazione degli scambi commerciali dell’Italia con l’estero, più intensa per le esportazioni (-4,5%) che le importazioni (-3,1%). Nell’insieme del terzo trimestre, rispetto al precedente, l’export registra un lieve aumento (+0,3%) e l’import una flessione del 2,9%. Su base annua, a settembre, l’export flette sia in valore (6,6% ) sia in volume (8,7%) e la flessione coinvolge tutti i settori, a eccezione di autoveicoli e macchinari.

L’import (in calo del 20,5% in valore e del 5,7% in volume ) conferma la tendenza negativa in atto da marzo 2023. Su base annua, i paesi che forniscono i maggiori contributi alla flessione dell’export sono: Stati Uniti (-11,9%), Germania (-7,8%), Francia (-5,4%) e Regno Unito (-11,4%).

Il commento

La riduzione congiunturale dell’export a settembre, più intensa per l’area extra-Ue, è condizionata dalle vendite occasionali di elevato impatto (cantieristica navale), rilevate ad agosto; al netto di queste, la flessione si riduce a -2,2%. Nella media del terzo trimestre 2023, la dinamica congiunturale è lievemente positiva. Su base annua, l’export flette sia in valore sia in volume; la flessione investe entrambi i mercati, Ue ed extra-Ue e, in diversa misura, coinvolge tutti i settori, a eccezione di autoveicoli e macchinari.

L’import – scrive Istat – conferma la tendenza negativa in atto da marzo 2023. Nei primi nove mesi dell’anno, il saldo commerciale è positivo per 20,2 miliardi (era -34,0 miliardi nello stesso periodo del 2022). I prezzi all’import tornano a crescere su base mensile, dopo quasi un anno di riduzioni, e segnano una lieve attenuazione della flessione tendenziale; a contribuire è soprattutto la ripresa dei prezzi dei prodotti energetici.

Fonte: Istat

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