Coldiretti: “20% in meno di inquinamento con i fiori in casa e a scuola”

Foto di Tim Broadbent su Unsplash

I fiori e le piante abbattono fino al 20% di Co2 e polveri sottili presenti nelle case, nelle scuole e negli ospedali, contrastando gli effetti del cambiamento climatico e salvaguardando la salute dei cittadini anche all’interno degli edifici.

Coldiretti: “20% in meno di inquinamento con i fiori in casa e a scuola”

E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibe-Cnr) in collaborazione con Coldiretti, Affi (Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani) e AssoFloro diffuso “in occasione del primo Congresso dei fiori italiani organizzata a Leverano (Lecce), in occasione della 40ª edizione di Leverano in Fiore”.

La sperimentazione condotta in collaborazione con Coldiretti e Istituto Alberghiero Saffi di Firenze, ha dimostrato- informa una nota dell’organizzazione agricola- che l’introduzione di alcune specifiche varietà di piante da interno come la sanseveria, la chamadorea, la yucca, il ficus e la schefflera fa crollare di 1/5 le concentrazioni di Co2, componente che causa il mal di testa e provoca un calo della concentrazione, mentre sono scese del 15% quelle di polveri sottili pm2,5, estremamente pericolose per la salute perché, per le loro dimensioni, riescono a raggiungere anche gli alveoli polmonari.

Le piante da interno – spiega Coldiretti – dimostrano dunque di essere una soluzione semplice, disponibile ed economica per contrastare la cosiddetta “sindrome dell’edificio malato” – che accomuna scuole, uffici, ospedali ed ambienti al chiuso in generale dove si sviluppa il “cambiamento climatico interno”.

“La valorizzazione del ruolo del verde a tutela della salute dei cittadini- dichiara il presidente Coldiretti Ettore Prandini – rappresenta una nuova opportunità per promuovere un settore cardine per l’economia italiana come il florovivaismo che vale oltre 2,6 miliardi di euro con il coinvolgimento di 27.000 aziende florovivaistiche attive in Italia su 30mila ettari coltivati che garantiscono il lavoro lungo tutta la filiera a 200.000 persone a livello nazionale”.

Fonte: Ansa

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