“La crisi energetica, la guerra in Ucraina, l’immigrazione, il lavoro sono tutte questioni importantissime ma sono contingenti, legate all’attualità, mentre i principi che sottoponiamo ai politici sono la base stessa dell’antropologia umana e da essi discendono tutti diritti e la dignità delle persone”, il leader del Family Day Massimo Gandolfini spiega perché la politica non può non prendere posizioni sui cosiddetti valori non negoziabili, ovvero vita, famiglia e libertà educativa e perché qualsiasi cittadino che ha cuore la salvaguardia e la promozione dell’umano non può sentirsi esentato di far sentire il suo peso alle urne il prossimo 25 settembre.
L’occasione per lanciare un messaggio è la Conferenza stampa “Un impegno per il bene comune”, tenutasi venerdì a Roma alla Sala Capranichetta, durante la quale è stata presentata la Carta dei Princìpi, scritta dal Family Day e da Pro Vita & Famiglia per le elezioni del 25 settembre 2022. I movimenti che hanno animato i due grandi Family Day del 2015 e del 2016 sanno benissimo che sarà il prossimo parlamento a decidere quale approccio avrà la nostra legislazione su questioni dirimenti per il futuro dei nostri figli, come la colonizzazione ideologica del gender nelle scuole (denunciata anche da Papa Francesco); la persecuzione a livello internazionale del drammatico fenomeno dell’utero in affitto; i tentativi di legalizzare l’uso delle droghe leggere e pensati e quelli di introdurre il suicidio assistito e altre soluzioni mortifere per scartare il più deboli e indifesi.
Non è un caso infatti che malgrado l’emergenza economica molti dei temi elencati sono entrati prepotentemente nel dibattito della campagna elettorale. Le polemiche sull’aborto lo dimostrano. E’ bastato che alcuni candidati proponessero nuovi sostegni alle donne con gravidanze difficili per aiutarle a far nascere il loro bambino per far scattare la reazione scomposta di chi urla che la 194 è in pericolo.
Certo pensare che oggi ci sia una formazione che rispecchi a pieno le istanze della difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e che sia disposta a mettere in primo piano i diritti dei più fragili (anziani, disabili, bambini) è una pura illusione. Eppure esiste il dovere di guardare con attenzione al programma dei partiti, sottolinea Gandolfini: “Non esiste un partito che rappresenta in toto i nostri principi, ma ce ne sono alcuni che accolgono molte nostre istanze e altri che propongono esattamente l’opposto, ovvero morte di Stato, droga libera e mercificazione del corpo delle donne e dei bambini – spiega il leader del Family Day -. Per questo motivo l’astensione è un crimine contro il bene comune. Tutti coloro che intendono difendere e promuovere la vita, la famiglia e la libertà educativa hanno il dovere di recarsi ai seggi”.
Il vicepresidente di ProVita e Famiglia, Iacopo Coghe, ricorda l’approccio ideologico e divisivo della scorsa legislatura che ha portato al naufragio di alcune proposte di legge come il Ddl Zan e il disegno di legge Bazoli sull’eutanasia. Per questo motivo, secondo Coghe è fondamentale che il prossimo Parlamento “debba discutere sì sul fine vita ma su come alleviare la sofferenza; sì sulla cannabis ma su come tutelare i giovani dalle dipendenze; sì sull’aborto e i diritti delle donne ma su come sostenere e incentivare la maternità e la conciliazione tra famiglia e lavoro; sì sull’identità di genere ma su come proteggere il diritto dei bambini a ricevere un’educazione che non metta in discussione la loro identità biologica”.
Il documento formulato dalle associazioni pro-life, presentato alla stampa e proposto ai politici, chiede esplicitamente di intervenire per contrastare il declino demografico in atto in Italia, tutelando la maternità, la paternità e i diritti dei nascituri, anche con l’istituzione di una Giornata Nazionale della Vita Nascente. Allo stesso tempo si palesa la necessità di eliminare qualsiasi condizione che, come spesso accade, obbliga o induce le donne ad abortire. Sul fronte vita, inoltre, il testo chiede ai futuri parlamentari di investire maggiormente sulle cure palliative, garantire il diritto all’obiezione di coscienza del personale sanitario e contrastare la diffusione e l’uso di qualsiasi droga.
Sulla famiglia, invece, la Carta impegna i politici a promuovere quest’ultima come società naturale formata da un uomo e una donna come da Costituzione, ad agevolare la formazione di nuove famiglie e predisporre specifici benefici economici, fiscali e sociali per quelle numerose. La tutela dei minori è un punto centrale del documento, che chiede di agevolare le pratiche di adozione nazionale e internazionale e tutelare bambini e adolescenti da qualsiasi forma di dipendenza e dai pericoli derivanti da pornografia e iper-sessualizzazione.