I terroristi islamici somali al-Shabaab sono tornati ad attaccare un hotel a Mogadiscio: un raid cui le forze di sicurezza hanno posto fine dopo sei ore e un bagno di sangue con almeno 16 morti e dieci feriti.
L’assalto di al-Shabaab a Mogadiscio
L’episodio conferma che l’organizzazione alleata di Al Qaida è in grado di colpire anche nella capitale somala nonostante il massiccio dispiegamento di agenti e la “guerra totale” lanciata nel settembre scorso dal governo. La struttura assaltata dal commando usando anche esplosivo è un albergo sul lungomare sud di Mogadiscio, il “Pearl Beach“. L’attacco è stato sferrato verso le 20 locali di giovedì e l’assedio delle forze di sicurezza ai terroristi asserragliati all’interno è durato fino alle due, fra sparatorie e boati.
A terra sono rimasti sei civili, tre uomini delle forze di sicurezza e tutti i sette terroristi entrati in azione, secondo il bilancio fornito dalla polizia. I feriti sono civili. La strage avrebbe potuto essere peggiore se le forze di sicurezza non fossero riuscite a portare in salvo 84 persone, tra cui donne, bambini e anziani.
Gli Al-Shabaab, che hanno rivendicato l’attentato millantando un numero maggiore di vittime (29), conducono da oltre 15 anni un’insurrezione contro il governo federale somalo cercando di creare uno Stato islamico governato da una versione estrema della sharia. La cellula somala di Al Qaida ha spesso preso di mira gli alberghi, che di solito ospitano alti funzionari somali e stranieri, ma questo è il primo “attacco articolato” a un hotel di lusso a Mogadiscio da quando il governo ha dispiegato migliaia di agenti di polizia militare in città per proteggerla. L’attacco è “uno shock, dato che si pensava che la sicurezza in città fosse migliorata nelle ultime settimane”, ha notato Omar Mahmood, analista dell’International Crisis Group (Icg). “Sembra che gli Shabaab stiano effettuando una serie di attacchi per rallentare una possibile offensiva del governo e dei suoi alleati”, ha affermato l’esperto.
Il 26 maggio del resto era stata attaccata nel sud una base della missione dell’Unione africana in Somalia (Atmis) tenuta da soldati ugandesi e si erano contati almeno 54 morti. Si era trattato di un altro contraccolpo dell’offensiva lanciata nove mesi fa dal presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud con l’appoggio di droni americani. L’obbiettivo del presidente è quello di sconfiggere gli al-Shabaab che, cacciati dalle principali città del Paese nel 2011-2012, controllano vaste aree rurali della Somalia centrale e meridionale e sono attivi anche nel nord, dove combattono contro i miliziani dell’Isis.
Fonte: Ansa