Le autorità americane hanno arrestato Ismael Zambada Garcia, noto come “El Mayo”, co-fondatore del cartello di Sinaloa, e Joaquin Guzman Lopez, figlio di El Chapo. Entrambi sono detenuti a El Paso, Texas. Il ministro della Giustizia Merrick Garland ha affermato che questi arresti fanno parte degli sforzi per fermare i leader del cartello di Sinaloa, noto per il traffico di fentanyl, una delle droghe più mortali.
Il co-fondatore del cartello Sinaloa, Ismael Zambada Garcia, e Joaquin Guzman Lopez, il figlio di El Chapo, sono stati arrestati dalle autorità americane. Garcia è conosciuto come ‘El Mayo’. I due sono sotto custodia americana negli Stati Uniti dopo essere stati arrestai a El Paso, in Texas. “El Mayo e Guzman Lopez si vanno ad unire alla lunga lista dei leader del cartello di Sinaloa che il Dipartimento di Giustizia ritiene responsabili” per essere alla guida di “una delle più potenti e volente organizzazioni per il traffico di droga al mondo”, ha detto il ministro della Giustizia americano Merrick Garland.
“Il fentanyl è la droga più mortale che abbia mai minacciato il Paese e il Dipartimento di Giustizia non si fermerà fino a che ogni leader di cartelli responsabile per avvelenare comunità sarà fermato”, ha aggiunto Garland. El Mayo ha fondato il cartello di Sinaloa insieme a El Chapo ma, a sua differenza, non era mai stato in carcere. Guzman Lopez è il figlio di El Chapo ed è ai vertici dl cartello insieme ai suoi fratelli dopo che il padre è stato estradato negli Stati Uniti nel 2017.
Fonte: Ansa
San Luca, evangelista. Antiochia di Siria (Turchia), 10 ca. - Tebe (Grecia), 93 ca. Nasce…
Le donne oggi occupate in agricoltura sono 823 mila – il 30% circa del totale…
Il welfare verso il "benessere digitale". Il significato di "new normal" è una nuova normalità.…
La democrazia è una sfida per i cittadini ad essere migliori della vita quotidiana e…
La richiesta che arriva dagli agricoltori di Ravenna, colpiti, lo scorso settembre, da una nuova…
Come ha spiegato papa Francesco all'Angelus del 23 settembre 2024 “Dobbiamo lavorare perché i detenuti…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni