La Bibbia esclude decisamente la reincarnazione. Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento non vi è nulla a riguardo.
Nel Vangelo
Il Vangelo parla di una sola vita alla quale segue immediatamente il giudizio. La parabola di Lazzaro e del ricco epulone si esprime chiarissimamente (Lc 16,19s). Quella delle dieci vergini presenta l’impossibilità di mutare condizione poiché la porta rimane chiusa per le cinque stolte (Mt 25,1s). Le esortazioni di Gesù alla perseveranza di fronte al pericolo di non essere trovati pronti nella fede al termine della vita, poiché non ci sono tempi successivi di recupero. (Mt 24,42s; 25,13; Mc 13,33; Lc 12,35s).
La chiarezza dei testi sacri
Medesimo insegnamento lo si ha nelle lettere di Paolo, di Pietro e di Giacomo e nell’Apocalisse (Gal 6,9-10; 1Cor 9,24-27; 2Cor 5,1-10; 1Ts 5,2-3; 1Pt 1,3-8; 2Pt 3,10;Gc 4,13-15; Ap 11,10-11; 16,15). La lettera agli Ebrei (9,27) presenta poi queste parole categoriche: “E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo (…)”. Pure il vangelo di Giovanni (9,1) boccia la reincarnazione: “Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: 'Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?'. Rispose Gesù: 'Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui vengano manifestate le opere di Dio'”. I discepoli vedendo un cieco nato ricorsero alla teologia di allora che vedeva la malattia come causa di un peccato, ma per il cieco nato il fatto personalmente non poteva porsi, e questo era probabilmente uno spunto per la reincarnazione. I discepoli erano in difficoltà, non in stato di accoglienza della reincarnazione. Scartando questo si dovevano tirare in ballo il padre e la madre sostenendo che le colpe dei genitori ricadono sui figli (Es 20,5), ma anche questo non andava perché ognuno è responsabile delle sue colpe (Ez 18,2s). Gesù afferma che nessuna delle due letture è vera. Gesù perciò boccia la reincarnazione.
La strumentalizzazione dei testi sacri
Nel passo in cui Gesù domanda: (Mt 16,13s): “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”, gli apostoli rispondono: “Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”. Qualche reincarnazionista vuole vedere in queste parole l’accettazione che un profeta del passato potesse reincarnarsi nel Cristo. Ma le cose stanno ben altrimenti. Giovanni il Battista, già ucciso, sarebbe dovuto essere un neonato per essere un reincarnato. Elia era stato visto salire al cielo (2Re 2,11; 1Mac 2,58; Sir 48,12) e sarebbe ritornato prima del “giorno grande e terribile del Signore” (Mal 3,23), quindi lo si riteneva vivo. Per Geremia o qualcuno dei profeti ci si riferisce alla risurrezione, che era punto fermo della fede dei farisei, mentre i sadducei invece non vi credevano, ma neppure credevano nella reincarnazione. Contro i Sadducei Gesù affermò la risurrezione (Mt 22,23s), e dunque Gesù se fosse stato la reincarnazione di uno degli antichi profeti avrebbe dovuto professarsi tale.
Altro passo nel quale si vuole vedere un accenno alla reincarnazione è il seguente (Mt 17,11): “'Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?'. Ed egli rispose: 'Sì verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto'”. Gesù non rinnega quanto dicevano gli scribi circa il ritorno di Elia, afferma, tuttavia, che “Elia è già venuto” (Cf. Mt 11,14). Ora poiché Giovanni il Battista disse che lui non era Elia (Gv 1,21), ne segue che Gesù parlava di Giovanni il Battista, del quale l’angelo apparso a Zaccaria disse: “Camminerà innanzi a lui (Cristo) con lo spirito e la potenza di Elia” (Lc 1,17). Giovanni è dunque quell’Elia, quella voce profetica che aveva la forza e potenza di Elia (Is 40,3). E’ a questa voce che Giovanni si rapporta (Mt 3,3; Gv 1,3). Ne segue che è del tutto abusivo usare del passo per insinuare la reincarnazione.
Il problema delle traduzioni
Passo di cui però si abusa è (Gv 9,34), e per farlo lo si deforma con questa traduzione: “Tu sei venuto al mondo ricoperto di peccati e vuoi farci da maestro”. E’ evidente l’insinuazione dell’esistenza di un karma. Occorre dunque rifarsi al testo originale graco, e a traduzioni autorevoli: “Ἐν ἁμαρτίαις σὺ ἐγεννήθης ὅλος, καὶ σὺ διδάσκεις ἡμᾶς; καὶ ἐξέβαλον αὐτὸν ἔξω”. La traduzione Volgata è: “In peccatis tu natus es totus et tu doces nos?”. La traduzione de “La Sacra Bibbia” (ed. Marietti 1960) e del Vangelo di Giovanni a cura di Salvatore Garofalo: “Sei stato generato tutto intero nei peccati e ci fai lezione?”. La traduzione secondo Giovanni Diodati (calvinista), (1994, ed. 2006) è: “Tu sei nato completamente nei peccati e vuoi insegnare a noi?”. Quella della “Bible de Jerusalem” (1973) è : “De naissance tu n'es que péché et tu nous fais la leçon!”. (“Dalla nascita sei solo peccato e vuoi farci la lezione!”). C'è poi la traduzione di Œcuménique de la Bible” (2010): “Tu n’es que péché depuis ta naissance et tu viens nous faire la leçon!”. (“Tu non sei che peccato dopo la tua nascita e vieni a farci la lezione!”). La traduzione di “E. Osty et J. Trinquet” (1974)è invece: “Toi, tu n’es que péché depuis ta naissance, et c’est toi qui nous fais la leçon!”. (“Tu, tu non sei che peccato dopo la nascita e vuoi farci la lezione!”). Secondo la Cei (2008) il passo si rende, infine, così: “Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?“. La traduzione segue la Volgata. In nessuna di queste autorevolissime traduzioni c’è l’insinuazione di un karma. Il loro senso è questo: hai cominciato a vivere nei peccati dalla nascita, cioè da sempre, e perciò non puoi insegnarci alcunché. Le parole di quei farisei sono solo parole di offesa e di espulsione dalla sinagoga.
Altro testo di cui si abusa è (Gv 3,4), cioè il dialogo tra Gesù e Nicodemo, nel quale si vorrebbe insinuare una qualche accettazione della reincarnazione, ma il testo respinge questo abuso. “Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre?. Rispose Gesù: 'In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito di Dio è spirito'”.
Continua….