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L'”Ora della Madre” tra silenzio e fede

IIl mistero della Redenzione si è compiuto con la Crocifissione del Venerdì Santo. In attesa della Resurrezione, la Chiesa nel giorno di sabato si raccoglie in silenzio accanto al Sepolcro di Cristo. Un silenzio contemplativo, un giorno per meditare ancora sulla Passione di Gesù che ha voluto versare fino all’ultima goccia del suo Sangue per amore di ogni uomo, anche di quelli che non vogliono riconoscere il valore salvifico del suo sacrificio.

Un giorno in cui la Chiesa per antica tradizione non celebra la liturgia, fino alla solenne Veglia, ma sosta in preghiera insieme a Maria, la madre di Gesù.

Da circa 30 anni, promossa dal Centro di Cultura mariana Madre della Chiesa, si sta diffondendo in molti luoghi una pia tradizione chiamata l'”Ora della Madre“. Ispirata alla liturgia bizantina, è stata celebrata due volte in S. Pietro, per desiderio del Papa Giovanni Paolo II, in diretta con la Radio Vaticana, e dal 1987, Anno mariano, in Santa Maria Maggiore. Ma ormai si celebra in molti altri luoghi, nelle chiese cattedrali o parrocchiali. “Il 'senso dei fedeli' infatti esige che nel Triduo Pasquale sia posta nel dovuto risalto celebrativo la presenza di Maria, Madre della nostra fede” spiega p. Ermanno M. Toniolo o.s.m. nell’introduzione del testo della celebrazione, che è incentrata sul dolore di Cristo e della Vergine ma trabocca di fiduciosa speranza.

Anche quest’anno l'”Ora della Madre” si ripeterà nella Basilica di Santa Maria Maggiore, a partire dalle 10.30, presieduta dal card. Stanisław Ryłko, arciprete della Basilica. La celebrazione è in continuità con la tradizione latina e attinge dalla liturgia bizantina che nel Sabato Santo canta gli “encomi” o lamenti funebri della Vergine Madre, delle pie donne e dei discepoli al sepolcro di Cristo. Fin dai primi secoli la Chiesa d’Oriente e d’Occidente ha sentito e celebrato questo misterioso legame che congiunge, come ponte, il Venerdì Santo alla Domenica di Pasqua, passando attraverso il cuore di Maria, ed ha guardato la Vergine come rappresentante ed espressione di tutta la Chiesa redenta, che attende trepida l’alba della Resurrezione.

Il Sabato Santo, giorno del “riposo” di Cristo, giorno in cui, disceso agli inferi, richiamò Adamo alla Vita e al paradiso, è dunque sulla terra “l’Ora della Madre”, la quale, forte unicamente della fede e della speranza, prima fra tutti i discepoli, attese con trepido amore la Resurrezione del Figlio, ricordando le sue parole, credendo alla fedeltà del Padre. La Tradizione bizantina contempla oggi la madre di Dio vigile e orante, come Sposa che attende il ritorno glorioso dello Sposo divino; la Tradizione occidentale ama sottolineare la fede della Vergine: nella sua fede infatti – affermano antichi autori latini – riposava Cristo, e tutta la Chiesa in quel giorno “stette in Maria”. Perciò la celebriamo “Madre della nostra fede”, per entrare con Lei nella gioia pasquale del Signore Risorto.

L'”Ora della Madre” si articola in quattro momenti rituali: un’introduzione, che prepara i fedeli a rivivere, in comunione con Maria, l’attesa della Resurrezione; un primo ascolto della Parola, memoriale della fedeltà del Figlio e della Madre fino al supremo sacrificio; un secondo momento dedicato alla Parola, proiettato all’attesa della Pasqua vicina, coi sentimenti della Madre che l’ha vissuta in anticipo, e i riti conclusivi, che conducono con Maria incontro a Cristo risorto. Ad eseguire i suggestivi canti sarà il coro “Jubilate Deo“.

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