“Beati”. Per otto volte più una (v.11) Gesù ripete questo ritornello, affinché si imprima nel nostro cuore, nella nostra mente e nel nostro spirito quale sia il “giudizio” di Dio,così diverso dal nostro.
Come sempre le parole di Cristo vanno controcorrente. In una società dove a regnare è il principio dell’ “occhio per occhio” e della vendetta, Lui ci propone un nuovo ordine di giustizia. Le beatitudini infatti sono un metodo di giustizia: se si dice che i poveri sono beati, non significa che bisogna lasciare il mondo come si trova. Se il nostro criterio di valori ci fa considerare “beato” chi è ricco e chi sta bene di salute, Gesù ci costringe a fare una con-versione, un vero capovolgimento di valori. Ci invita ad aprire gli occhi e a guardare il mondo in maniera totalmente diversa.
In particolare io vorrei soffermarmi sulla beatitudine della Misericordia: “beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”. Come ci ha ricordato Papa Francesco nella Bolla di indizione del giubileo straordinario della misericordia, Misericordiae Vultus, “abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. E’ la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. E’ la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”.
Con queste parole, Francesco esprime, con sintesi ed efficacia, l’essenza della misericordia. La riscoperta, da parte del Papa, della misericordia come attributo proprio di Dio obbliga ad abbandonare una concettualità statica e provoca la riflessione teologica, spingendola a riconsiderare ogni presunta impassibilità di Dio. Egli non è un oggetto statico, né tanto meno è impassibile: ma si dimostra da sempre come un Padre che ha cura di tutti i suoi figli. Un Padre per quanto riguarda la fedeltà, e una madre per quanto riguarda la tenerezza.
La misericordia è quindi l’incontro concreto con Cristo, che salva e cambia la nostra vita apportando un’aria di speranza eterna. La vita cristiana è la risposta commossa davanti ad una misericordia sorprendente, imprevedibile, ingiusta secondo i criteri umani. Per questo una fede che si pone ai margini della storia, ai confini degli avvenimenti storici, tanto della vita di Gesù come della vita dell’umanità, non è una fede pienamente cristiana.
Il cristiano deve entrare profondamente nei meandri della storia, deve riuscire a vedere il Volto di Cristo in tutti gli uomini e le donne che incontra, specialmente quelle sofferenti. Deve cioè riuscire ad identificarsi totalmente con loro, per potere, da loro, risalire a Cristo risorto.