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martedรฌ Marzo 11 2025

La mafia come il fondamentalismo

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La mafia strumentalizza la fede per il proprio illecito e immorale tornaconto esattamente allo stesso modo in cui il terrorismo jihadista sfrutta e stravolge la religione islamica per i suoi mondanissimi interessi politici ed economici. Lo hanno ribadito Benedetto XVI e Francesco agli incontri interreligiosi di Assisi: รจ una bestemmia fare del nome di Dio un pretesto per accumulare ingiustamente potere e ricchezze, infliggendo agli altri sofferenze e soprusi. Calpestare vite innocenti riempendosi la bocca di falsa religiositร  accomuna criminalitร  organizzata e jihadismo. Le ostentate manifestazioni esteriori di devozione dei padrini mafiosi Bernardo Provenzano e Pietro Aglieri come i proclami fondamentalisti dei terroristi islamisti Bin Laden e Abu Bakr al-Baghdadi-

La mistificazione dei clan

Su Vita pastorale, il mensile della San Paolo per gli operatori pastorali, ad analizzare la finta fede dei clan รจ lโ€™arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, membro del gruppo di studio istitituito due anni fa da papa Francesco in Vaticano per approfondire la minaccia delle mafie alla Chiesa e alla societร  civile. โ€œOrmai il fenomeno mafioso nelle diverse nomenclature รจ molto diffuso e va oltre i confini delle regioni meridionali fino a radicarsi in territori una volta insospettabili e in tutti gli ambiti legati soprattutto al potere economicoโ€, osserva il presule siciliano. Nel documento Per un Paese solidale, Chiesa italiana e Mezzogiorno del 2010 si affermava: โ€œIn questi ultimi vent'anni le organizzazioni mafiose, che hanno messo radici in tutto il territorio italiano, hanno sviluppato attivitร  economiche, mutuando tecniche e metodi del capitalismo piรน avanzato, mantenendo al contempo ben collaudate forme arcaiche e violente di controllo sul territorio e sulla societร โ€. Secondo monsignor Pennisi, le mafie, in un ambiente in cui la religione cattolica รจ radicata nella cultura di un popolo, dedicano una cura particolare ai simboli e alle pratiche della religione cattolica, senza porsi alcun problema sullโ€™evidente contrasto fra quei simboli e la vita quotidiana dei mafiosi. Perciรฒ โ€œla Chiesa che esercita una responsabilitร  verso l'intera societร  deve fare i conti con il fenomeno delle varie mafie per esercitare un suo servizio in nome del messaggio di cui รจ portatriceโ€. Per lโ€™arcivescovo Pennisi, negli ultimi decenni, dopo un periodo di silenzio, in seguito anche al grave e ripetuto manifestarsi dell'esclusiva natura criminale e dell'estrema pericolositร  sociale delle organizzazioni mafiose e, conseguentemente, al crescere di una diffusa coscienza collettiva di rifiuto di forme di tolleranza e di pur tacita e passiva connivenza col fenomeno, รจ maturata nella comunitร  ecclesiale una chiara, esplicita e ferma convinzione dell'incompatibilitร  dell'appartenenza mafiosa con la professione di fede cristiana

Non si puรฒ essere cristiani e mafiosi

A una sempre piรน chiara e netta coscienza della radicale incompatibilitร  tra mafia e vita cristiana, la Chiesa italiana non puรฒ non sentirsi legata. โ€œEssa non puรฒ tornare indietro su questa via- sostiene il presule -. Tanto piรน che questo cammino storico รจ stato suggellato dalla splendida testimonianza del martirio del beato don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia solo perchรฉ fedele al suo ministero, ma anche di tanti altri martiri per la giustiziaโ€. Quindi โ€œla comunitร  cristiana non puรฒ limitarsi alla denuncia del fenomeno mafioso per la prevalente preoccupazione di parlare all'opinione pubblica, ma deve usare parole propriamente cristiane e tipicamente evangeliche, come peccato, conversione, pentimento, diritto e giudizio di Dio, martirio, le sole che le permettono di offrire un contributo specifico alla formazione di una rinnovata coscienza cristiana e civileโ€.

L'imperativo di formare le coscienze

รˆ compito della Chiesa, secondo monsignor Pennisi, โ€œaiutare a prendere consapevolezza che tutti, anche i cristiani, alimentiamo lโ€™humus dove alligna e facilmente cresce la mafiaโ€. Per la maturazione di questa mentalitร  sono stati importanti gli interventi dei vescovi e dei papi, che hanno contribuito allโ€™interpretazione e alla condanna della mafia dalle tradizionali e originali categorie cristiane. Il 9 maggio 2018 i vescovi delle Chiese di Sicilia hanno indirizzato una lettera dal titolo Convertitevi per prolungare lโ€™eco dellโ€™appello alla conversione rivolto da san Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi, il 9 maggio 1993, alle persone che sono coinvolte nelle trame mortali e peccaminose dellโ€™organizzazione mafiosa. In questo documento, consapevole che il fenomeno mafioso interessa da vicino la Comunitร  ecclesiale, il suo impegno catechetico, la sua prassi pastorale, la sua azione sociale, lโ€™episcopato siciliano ha ribadito lโ€™incompatibilitร  tra la mafia e il Vangelo. โ€œLa Chiesa, in forza della sua stessa missione, rivolge ai mafiosi l'appello alla conversione- sottolinea lโ€™arcivescovo Pennisi -.Tuttavia essa deve vigilare affinchรฉ l'esercizio del ministero di annuncio della misericordia di Dio non sia strumentalizzato dal mafioso, ad esempio durante la sua latitanza, e non si configuri, di fatto, come copertura o favoreggiamento di quanti hanno violato e talvolta continuano a violare la legge di Dio e quella degli uominiโ€. Dunque, la conversione non puรฒ essere ridotta a fatto intimistico, ma ha sempre una proiezione pubblica ed esige la riparazione.

Una struttura organizzativa da debellare

La conversione di un mafioso, evidenzia il presule siciliano, โ€œnon potrร  certo ridare la vita agli uccisi, ma comporta un impegno fattivo affinchรฉ sia debellata la struttura organizzativa della mafia, fonte costante dโ€™ingiustizie e violenzaโ€. C'รจ un nesso, infatti, tra peccato di cui ci si pente e pena da assumere in espiazione del peccato. Nel caso di peccati legati all'appartenenza mafiosa, la โ€œsoddisfazioneโ€ del peccato รจ da vedere anche nelle pene sancite dalla condanna detentiva della magistratura, alle quali perciรฒ il mafioso convertito potrebbe cercare di non sottrarsi. Alla comunitร  cristiana, secondo monsignor Pennisi, si richiedono โ€œdei gesti originali che facciano superare la concezione della pena di carattere vendicativo, e che interpellino cattolici e laici a interrogarsi sui modi di una prevenzione dei reati collegati col fenomeno mafioso, impegnandosi per la diffusione di una cultura della legalitร  e allโ€™educazione a non fare del denaro e della ricerca smodata del potere gli idoli cui sacrificare tutto a partire dalla vita delle personeโ€.

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