Possono i laici essere dei contemplativi? Non è una cosa facile ma è possibile, a condizione di volerlo davvero. Che si intende per contemplativo? Ciò che può davvero metterci davanti a Dio e dire “Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta” con tutto il cuore. Non è facile per la natura umana cosi portata a “riempirsi” la testa ed il cuore di tante cose inutili. “Beati i puri perché vedranno Dio”, e per purezza non si intende solo la castità ma anche il volgersi interamente verso Dio.
Ma quali sono i requisiti? Volere. Per organizzarsi bisogna per prima cosa volerlo veramente, in modo da accettare gli sforzi e i necessari sacrifici. Quindi ascesi, e prendere le misure adeguate per distaccarsi delle cose materiali e inutili. Ciò vuol dire farlo con grande prudenza nel caso, per esempio, di un padre o di una madre di famiglia che hanno delle responsabilità verso la prole. Bisogna organizzarsi per avere tempi dedicati alla preghiera a al raccoglimento, nel silenzio. Un padre spirituale è indispensabile perché ci sono delle decisioni teoriche e pratiche delicate per le quali c’è bisogno di consigli. Può essere un sacerdote con esperienza, ma a volte potrebbe essere un saggio laico(a).
Un esempio di madre di famiglia e contemplativa? La Beata Anna Maria Taigi, di Roma. Nata Anna Maria Riannetti a Siena nel 1769 e vissuta a Roma dall’età di sei anni alla morte, avvenuta nel 1837. Per aiutare i genitori bisognosi si dedicò a diversi lavori. Ancor giovane si sposò con Domenico Taigi, uomo dal carattere molto difficile; è stato anche descritto ‘uomo pio ma di un carattere scontroso e grossolano’. Era maggiordomo al palazzo della famiglia Chigi, adesso residenza del Presidente del Consiglio. Anna Maria passò sopra tutte queste difficoltà, e badò principalmente alla virtù. Così per 49 anni, lei finissima nel tratto, ebbe l’opportunità di esercitare continuamente la pazienza e la carità. Mandò avanti la casa, dando un’educazione cristiana ai figli. La coppia ne ebbe sette (tre morirono, però, in tenera età). Le sue opere di carità verso i poveri del quartiere erano innumerevoli malgrado la modesti dei suoi mezzi.
Aveva anche una vita di preghiera, nutrita con la messa quotidiana e ore di meditazione giornaliere. Dio si è compiuto nella sua serva, dotandola di grandi grazie. Ma quest’ultime non sono troppo da desiderare perché “sono sempre accompagnate di grande sofferenze” (Santa Teresa d’Avila). Anna Maria è stata beatificata nel 1920 e il suo corpo riposa in una cappella della chiesa romana di San Crisogono.
P. Jean Marrie Pommares