La celebrazione della venuta al mondo di Gesù si ripete con la stessa intensità dopo 2.000 anni per ricordare un evento che ha cambiato radicalmente la storia dell’umanità. La Chiesa, in questo giorno, annuncia l’inizio di un tempo di gioia e riconciliazione perché la nascita dell’Emmanuele, il Dio con noi, dà all’uomo la forza di affrontare la vita, nonostante i problemi possano apparire talvolta insormontabili.
Molte famiglie, infatti, anche in questo Natale, sono in seria difficoltà per la mancanza di lavoro causata da una crisi economica che continua a far sentire i suoi effetti. Il cristiano, che ha dalla sua parte proprio la speranza e la fiducia che il Signore viene a visitare ogni persona, vive questo momento con un duplice stato d’animo: da una parte la certezza della presenza di Cristo che è già tra gli uomini, dall’altra la continua ed operosa attesa che la Sua luce possa splendere nelle tenebre del mondo.
Gesù è il nuovo re, Colui che non confida nella forza delle armi, ma nella potenza dell’amore. Il cristiano non può e non deve compromettersi con le mode effimere del momento, ma esprimere con decisione la propria identità testimoniando con la vita la propria fede, dando credibilità a ciò che professa più con l’esempio che con le parole, difendendo l’esistenza umana dal suo concepimento fino alla sua conclusione naturale, ribadendo l’importanza della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, contando nell’efficacia del dialogo con le altre culture e religioni.
Nell’attuale società non si riesce a trovare mai il tempo per gli altri e specialmente per il Signore, dimenticando ciò che veramente conta; si è incapaci di assegnare la giusta priorità agli impegni e alle relazioni, a partire da coloro che sono più vicini. I credenti in Cristo possono imparare anche da quanti, pur professandosi atei o agnostici, non si accaniscono contro le realtà religiose, ma le rispettano e spesso condividono quei principi universali e insostituibili. Il Natale mette nel cuore sentimenti di benevolenza verso il prossimo, anche nei confronti della tanto bistrattata classe politica: c’è ancora qualcuno che compie responsabilmente il proprio dovere senza beffarsi dei cittadini.
La nascita del Salvatore è anche l’occasione per riflettere con più profondità sul valore della solidarietà, attuando concretamente gesti di condivisione a favore dei poveri. Gli uomini di buona volontà avranno così la grazia di incontrare realmente il piccolo Gesù bambino, riconoscendolo negli occhi degli ultimi della terra, bisognosi di essere rispettati, amati e protetti. Nonostante l’egoismo a cui si è continuamente tentati, vi sono segni di speranza e di ottimismo: nell’uomo c’è ancora tanta voglia di condividere il bene. Solo in tal modo non si perderà mai la forza e la voglia di sognare, il desiderio di verità, l’amore che non delude e la giustizia che non illude.