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Costa ammette: le norme favoriscono i separati

In Italia “c’è una situazione normativa che favorisce le persone separate rispetto a quelle sposate. Questo avviene per l’Imu, l’Irpef, in generale sul piano fiscale, per l’Isee. Al punto che secondo alcune stime il 7% delle separazioni è consigliato dal commercialista più che dal cuore”. Questa constatazione non è frutto di qualunquismo da strada ma l’ha fatta il ministro con delega alla famiglia, Enrico Costa, durante il secondo appuntamento del ciclo di “Letture teologiche” in corso presso il Vicariato di Roma, dedicato alla coppia. Una constatazione ovvia per chiunque abbia a che fare con figli e fisco. Ma non per il ministro, che ha raccontato di averlo scoperto “con sorpresa”, soprattutto dopo essersi fatto consegnare tutti i provvedimenti legislativi “recenti” sulla famiglia. “Un faldone alto così” ha detto mimando le notevoli dimensioni. Dunque “sorprende” la sua sorpresa.

La famiglia non è una priorità

Costa ha ammesso che “è un problema che va affrontato”. Ma tale affermazione non può restare una semplice dichiarazione d’intenti, un buon proposito. La sollecitazione, a conclusione della serata, è arrivata anche in maniera molto garbata ma ferma dal cardinale vicario Agostino Vallini che ha ringraziato il ministro per il suo “discorso onesto. Ha fatto un invito ad affrontare i problemi ma abbiamo la sensazione che fino ad ora la famiglia non sia stata avvertita come priorità. Quando la gente va ad elemosinare, quando alla Caritas vanno a dormire uomini separati che hanno perso tutto, allora credo, anche alla luce del dettato costituzionale che considera la centralità della famiglia, che c’è da chiedersi dove andiamo”. Per questo il cardinale ha chiesto a Costa che “si batta in modo forte e coraggioso, sapendo di avere dietro tante persone”.

Il “modello alto di Dio”

La serata era iniziata con una spiegazione del secondo capitolo della Genesi da parte di don Gaetano Castello, che ha affermato, tra l’altro, come “non ha senso parlare di subordinazione della donna”, plasmata dalla costola di Adamo. Il significato della narrazione biblica è che “uomo e donna, nella loro materialità, sono fatti della stessa pasta”. E nella loro relazione “si completano” perché la donna è colei che Dio crea per colmare la solitudine dell’uomo, è “l’aiuto che gli sta davanti”, in un rapporto “fondamentale che rende possibile la vita”. E a questo ha fatto ancora riferimento il cardinale vicario affermando che “non rinunciamo a guardare a questo modello alto concepito da Dio” per la famiglia.

L’inverno demografico

Le considerazioni del ministro sono invece partite dalla denatalità che in Italia sta diventando una vera e propria emergenza. L’inverno demografico del nostro Paese è certificato dai dati Istat: dal milione di nati negli anni Sessanta si è scesi nel 2015 a 485.000. Le proiezioni di Eurostat prevedono che con questo trend nel 2080 la popolazione italiana scenderà a 39 milioni di abitanti, al netto del flusso migratorio. L’età media in cui una donna partorisce per la prima volta sfiora ormai i 31 anni, contro i 24,7 del 1975. L’indice di nati per donna è 1,35 contro il 2 della Francia. E proprio con la collega transalpina si è confrontato il ministro Costa che ha affermato la necessità di “poche misure ma chiare e stabili, con elementi forti dal punto di vista fiscale. Recentemente ho fatto un giro in reparti di ostetricia – ha raccontato il ministro – e ho chiesto alle giovani coppie quali fossero le misure che possono agevolare la nascita di figli. Moltissimi non sanno cosa rispondere. C’è troppa confusione. Ho chiesto anche alla ministra francese quale fosse il provvedimento che ha più favorito la natalità nel suo Paese ma mi ha detto che non ce n’è uno in particolare. Forse è la stabilità delle misure adottate. In Francia una donna è sicura che se partorisce non perde il lavoro. Da noi c’è un’ansia economica ma anche educativa che spinge al rinvio della scelta di avere un figlio”. Il ministro ha individuato nelle ragioni economiche, nella carenza di servizi e nella difficoltà di conciliare lavoro e famiglia le tre leve su cui poter agire.

La testimonianza

Infine hanno portato la loro bella testimonianza la professoressa Mariagrazia Russo e Stefano Maria Paci, noto volto televisivo per essere il vaticanista di Sky. “Una coppia come migliaia di altre”, così si sono definiti. Una coppia che ha raccontato la sua esperienza di vita quotidiana, “quasi banale” ha detto Paci, tanto diversa dalla “perfezione” dei modelli proposti dalle pubblicità. “Siamo consapevoli della nostra imperfezione, ma quanto è bella questa perfetta imperfezione” ha detto Russo, rivelando di non avere ricette per l’armonia familiare ma “un solo ingrediente: ci siamo affidati alla Madonna, da soli non ce l’avremmo fatta. Questa è stata la nostra astuzia”. E ha “svelato” due dettagli personali: sulle loro fedi nuziali hanno fatto incidere l’uno “Regina pacis”, l’altra “ora pro nobis”. E ogni sera, “anche se magari abbiamo bisticciato, concludiamo la giornata con un’Ave Maria. Siamo stati scaltri”. Una vita di coppia, “quella reale” che, come ha concluso il collega Paci, “è molto, molto più bella di quella della pubblicità”.

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