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Ucraina, nessuna svolta nei colloqui di Riad tra Usa e Russia

Nella giornata di oggi è atteso un comunicato congiunto di Mosca e Washington

Ucraina
Foto di Nico Smit su Unsplash

A Riad si sono tenuti colloqui fiume di oltre 12 ore, a porte chiuse, con gli americani impegnati su due tavoli paralleli con gli emissari di Kiev e Mosca, ma senza apparenti svolte salvo l’annuncio di un comunicato Usa-Russia, atteso per oggi.

I colloqui

Colloqui fiume di oltre 12 ore, a porte chiuse, con gli americani impegnati su due tavoli paralleli con gli emissari di Kiev e Mosca, ma senza apparenti svolte salvo l’annuncio di un comunicato Usa-Russia, atteso per oggi. Il percorso verso una tregua in Ucraina, al termine del nuovo round di colloqui a Riad, si conferma accidentato, perché sono rimasti sospesi i nodi di un cessate il fuoco alle reti dell’energia e della ripresa in sicurezza della navigazione commerciale del Mar Nero. A frenare è soprattutto il Cremlino, che ha parlato di “molti aspetti su cui lavorare” e che dopo ore e ore di colloqui con gli Usa ha chiarito che le delegazioni non avrebbero firmato alcun documento. Tutto questo mentre da Washington Donald Trump aggiungeva altra carne al fuoco, facendo sapere che in Arabia Saudita si è discusso anche di confini territoriali (un tema ben più impegnativo e di più lungo respiro) e del controllo delle centrali nucleari, a partire da Zaporizhzhia.

I nodi

Il team tecnico americano, composto tra gli altri dall’ex ufficiale dell’intelligence dell’esercito Andrew Peek, è sbarcato a Riad per tentare di riavvicinare russi e ucraini, con l’obiettivo di fare passi avanti verso una prima parziale cessazione dell’ostilità, finora rimasta lettera morta nonostante l’impegno verbale delle due parti. Trump auspica che l’intesa entri in vigore entro Pasqua ma Mosca, prima di iniziare gli incontri sauditi, ha rilanciato la palla nel campo ucraino, affermando che l’esercito russo sta rispettando lo stop agli attacchi alle reti energetiche. Tanto che ha proposto agli americani di monitorare la situazione sulle centrali, per trarne “le conclusioni pertinenti”: ossia che sono gli ucraini a violare l’accordo. Accusa subito rinviata al mittente da Kiev, con Volodymyr Zelensky che ha accusato la Russia di aver “influenzato alcune persone del team della Casa Bianca attraverso la disinformazione”. Altro tema dei colloqui di Riad, la tregua nel Mar Nero. Un punto proposto in prima battuta dagli ucraini ma che interessa anche i russi. Se l’accordo del grano venisse ripristinato, Mosca potrebbe infatti riprendere a esportare prodotti agricoli e fertilizzanti attraverso quella rotta, alleggerendo il peso delle sanzioni occidentali. Anche su questo dossier, tuttavia, non è emerso nulla di sostanziale. Salvo dichiarazioni generiche pronunciate tra le pieghe dei colloqui dal team russo, che ha parlato di interlocuzione “interessante” con gli Usa. Quanto agli ucraini, c’era in programma un nuovo scambio con la controparte americana dopo il primo giro d’orizzonte di domenica sera. La tregua fa parte di un negoziato a tutto campo che crei le fondamenta per una pace duratura, ha poi spiegato in serata Trump in un briefing con la stampa alla Casa Bianca. “Stiamo parlando di territorio in questo momento. Stiamo parlando di linee di demarcazione, stiamo parlando di energia, della proprietà delle centrali elettriche”, ha detto il presidente, aggiungendo: “Alcune persone dicono che gli Stati Uniti dovrebbero possedere le centrali elettriche, in particolare la grande centrale nucleare”, ossia l’impianto di Zaporizhzhia.

Le prospettive

Trump, guardando sempre alle prospettive di una pace duratura, ha poi rilanciato il tema dell’accordo sulle terre rare con Kiev, ribadendo che sarà firmato “a breve”. Non legato ai colloqui di Riad, ma comunque connesso al tema delle garanzie di sicurezza, resta sempre sullo sfondo l’ipotesi di una missione internazionale di pace per monitorare il rispetto delle intese tra Mosca e Kiev. In questo ambito si registra una smentita di Pechino rispetto alla notizia diffusa dai media tedeschi di un possibile coinvolgimento di sue truppe sul terreno. A questo dossier, al momento, lavora soltanto la coalizione dei volenterosi, che farà un nuovo punto giovedì in una riunione a Parigi convocata da Emmanuel Macron. Questo progetto è stato difeso a spada da tratta da Keir Starmer, respingendo al mittente le critiche dell’inviato Usa Steve Witkoff, che aveva bollato l’iniziativa inutile. Allo stesso tempo, rivelano alti ufficiali britannici al Telegraph, l’operazione avrebbe problemi di fattibilità, anche per la mancanza di dettagli cruciali sulle truppe e sugli equipaggiamenti messi a disposizione dai diversi Paesi.

Le dichiarazioni di Mosca

Un negoziatore russo ha definito “utili” i colloqui tra funzionari russi e statunitensi su una possibile tregua parziale in Ucraina, aggiungendo che i contatti proseguiranno. “Abbiamo parlato di tutto, è stato un dialogo intenso, non facile, ma molto utile per noi e per gli americani”, ha dichiarato Grigory Karasin, presidente della commissione Esteri del Senato, all’agenzia Tass. “Continueremo”, ha aggiunto, all’indomani delle 12 ore di colloquio tra le delegazioni in Arabia Saudita.  “Continueremo a farlo, coinvolgendo anche la comunità internazionale, in primo luogo l’Organizzazione delle Nazioni Unite e alcuni paesi“, ha dichiarato Karasin riferendosi al dialogo tra Usa e Russia. “In generale, c’è stata l’impressione di un dialogo così costruttivo che è dovuto e necessario. Anche gli americani sono interessati a questo”, ha aggiunto Karasin.

Fonte: Ansa

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