Nel discorso della vittoria il vicepresidente James David Vance ha annunciato una crescita record dell’economia. Ma per i broker con Trump “occhio a inflazione e Fed, in Borsa torna di moda l’oil”, riferisce il Sole 24 Ore. Risalita dell’inflazione e politica monetaria della Federal Reserve sono due dei principali rischi avvertiti da analisti e operatori di fronte al Trump 2.0, cioè il ritorno dell’imprenditore alla Casa Bianca. I mercati, riferisce Radiocor, stanno comunque reagendo positivamente a cominciare dal cosiddetto “Trump trade”, cioè gli asset ritenuti beneficiari della vittoria repubblicana come dollaro, criptovalute e oro. Le politiche annunciate dal tycoon in campagna elettorale – tariffe all’import su molti beni, riduzione delle tasse, nuovo giro di vite sull’immigrazione e deregulation su oil&gas – dovrebbero spingere l’inflazione e la crescita economica degli Usa nei prossimi due anni, scrivono gli analisti di Unicredit, ma la Federal Reserve potrebbe mettere in stand by il taglio dei tassi. “E’ probabile che la Fed entri in una fase di attesa” vista l’incertezza sui tempi e sulla portata delle misure che Trump vorrà mettere in atto. “Con le politiche di Trump – afferma Filippo Diodovich, market strategist di Ig – è probabile un ritorno dell’inflazione. Se questo avvenisse la Federal Reserve dovrà probabilmente cambiare le proprie politiche monetarie“.
Effetto Trump
“Non tutte le promesse elettorali potrebbero essere mantenute, perché molte mirano ad attrarre voti. E il mercato si era già portato avanti su uno scenario di questo tipo, con tassi d’interesse che erano saliti di oltre 60 punti base nell’ultimo mese e il basket di titoli che avrebbero beneficiato maggiormente dell’elezione di Trump in crescita di oltre il +15% – dichiara al Sole Luigi de Bellis, co-head dell’ufficio studi Equita – Ci aspettiamo un rimbalzo immediato delle borse soprattutto americane, meno invece di quelle europee e un rafforzamento del dollaro. L’aumento dei rendimenti obbligazionari sarà leggero (+15/+20 punti base) perché erano già saliti di recente, mentre sull’azionario gli impatti più positivi dovrebbero riguardare i comparti value/ciclici tradizionali e le small cap“.