I ribelli siriani, appoggiati dallāesercito turco, hanno sferrato un attacco a uno dei simboli dell’Isis: la cittĆ di Dabiq, nel nordovest della Siria. Secondo una profezia islamica, questa cittĆ sarĆ teatro della battaglia finale tra musulmani e cristiani prima del giorno del Giudizio. Le forze ribelli sostenute da Ankara hanno sferrato lāattacco su Dabiq dopo un massiccio bombardamento dellāarea e dopo aver preso il controllo di una quindicina di villaggi nelle vicinanze. Le operazioni si protraevano da una settimana.
Il presidente turco Erdogan, davanti a una folla di sostenitori nella sua cittĆ natale, ha parlato oltre che dellāattacco a Dabiq anche della situazione della cittĆ irachena di Mosul, dichiarando che la Turchia ĆØ determinata a prendere parte allāoffensiva della coalizione internazionale per strappare la roccaforte irachena allāIsis: āNon lasceremo che Mosul cada nelle mani di Daesh o di qualunque altra organizzazione terrorista. Il governo centrale iracheno sostiene di dover approvare questa decisione, ma il governo centrale iracheno dovrebbe occuparsi prima dei suoi problemiā.
Nei giorni scorsi, infatti, Baghdad era infatti tornata a rivolgersi al Consiglio di Sicurezza dellāOnu perchĆØ facesse ritirare le truppe turche dal campo di Bashiqa, 30 km a nord-est di Mosul, dove addestrano miliziani in maggioranza sunniti. Ankara considera invece la presenza dei suoi soldati nel campo come unāassicurazione contro eventuali attacchi in Turchia.