Alcuni gruppi jihadisti sono riusciti ad entrare nelle città di Aleppo e Idlib. L’Onu ha denunciato che, in tre giorni di combattimenti, si sono registrate oltre 300 vittime e più di 15mila sfollati
La situazione sul campo
Le forze jihadiste filo-turche sono entrate nella regione di Hama, al centro della Siria, e si dirigono senza trovare resistenza verso la stessa città di Hama. Lo riferiscono fonti locali che seguono l’offensiva delle forze antigovernative, attestatesi ora alla cittadina di Tayibet al Imam, dieci chilometri in linea d’aria da Hama. Le stesse fonti riferiscono del ritiro repentino delle forze governative dalla città di Hama.
L’area meridionale del Paese
Forze antigovernative siriane si sono mobilitate nelle regioni meridionali di Daraa e Suwayda in corrispondenza con lo sgretolamento repentino delle forze governative nel nord e nel centro della Siria. Lo riferiscono fonti sul terreno, secondo cui fazioni locali ostili a Damasco hanno preso di mira posti di blocco dell’esercito regolare e dell’apparato di sicurezza a Suwayda e nella regione di Daraa al confine con la Giordania.
Le parole di Tajani
“Il vero rischio per noi è che ci sia – a causa di questa nuova guerra civile – un collasso migratorio“. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani sulla situazione in Siria. “Per questo avevamo deciso di riaprire la nostra ambasciata e inviare un ambasciatore che adesso puntualmente sta lavorando in sintonia con gli ambasciatori degli altri Paesi Ue. Domani ci sarà una riunione degli ambasciatori dell’Unione proprio presso la sede della nostra ambasciata a Damasco. Si lavora per affrontare intanto la crisi umanitaria e far arrivare a Damasco indenni tutti i nostri connazionali”, ha aggiunto.
Gli italiani in Siria
Il ministro degli Esteri ha aggiunto che “non ci sono pericoli per i nostri connazionali anche perché i ribelli hanno detto chiaramente che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti dei civili e in particolare degli italiani e dei cristiani”. “Domani è prevista la partenza da Aleppo verso Damasco di un convoglio dell’Onu. Faranno parte di questo convoglio alcuni italiani mentre molti altri italiani vogliono restare, si tratta di famiglie miste italo-siriane e religiosi italiani. Al momento non c’è stato nessun problema per i nostri concittadini”.
Fonte: Ansa