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Rincari, Cile nel caos: vige il coprifuoco

Era accadeva dai tempi di Pinochet che per le vie di Santiago del Cile non vigeva lo stato di coprifuoco. Una serie di eventi a catena: la protesta dei cileni esplode sul finire della settimana, quando l'annuncio del rincaro dei biglietti dei mezzi pubblici aveva scatenato la prima delle guerriglie urbane per le strade delle città; poi lo stato d'emergenza, dichiarato venerdì, con tre morti per le strade a causa di un incendio avvenuto in un supermercato di San Bernardo, saccheggiato durante le proteste, pur iniziate in modo pacifico. Infine, quando il governo rivela la retromarcia sull'aumento dei prezzi, la dichiarazione dell'esercito: coprifuoco generale, come negli anni della dittatura: obbligo di permanenza in casa, senza poter uscire dalle 9 di sera alle 7 del mattino. Per l'ordine pubblico è ritenuta una misura necessaria dall'esercito cileno, per la popolazione si tratta di una pericolosa rievocazione storica, di un tempo nemmeno troppo lontano.

La retromarcia

Era stato proprio il governo, guidato da Sebastian Pinera, ad affidare all'esercito la gestione dell'emergenza, dopo che nei giorni scorsi le città cilene erano state prese d'assalto dai manifestanti, con supermercati e negozi saccheggiati e numerosi disordini nel corso di proteste spontanee, da parte di un Paese ancora profondamente segnato dalla dittatura degli anni'70-'80. L'ultima volta che la misura del coprifuoco venne adottata risale a quasi trent'anni fa, nel 1990, quando finì il regime di Pinochet ed ebbe luogo il delicato passaggio verso la democrazia. Questa volta, il provvedimento dell'esercito mira a stemperare il clima di caos che ha fatto seguito ai rincari disposti dal governo (di cui quello legato ai trasporti pubblici era solo l'ultimo), che nemmeno il dietrofront del presidente era riuscito a spegnere: “Ho ascoltato con umiltà la voce della gente – ha detto Pinera nel suo discorso – e non avrò paura di continuare a farlo, perchè così si costruiscono le democrazie. Ho deciso di sospendere l'aumento del metro, ciò che richiederà la rapida approvazione di una legge, finché concorderemo un sistema per proteggere meglio i nostri compatrioti”. Per poi chiosare: “Tutti hanno diritto di manifestare pacificamente e solidarizzo con le ragioni che hanno per farlo. Ma nessuno può minacciare la sicurezza di nessun compatriota. Solo uniti potremo salvare e conservare la nostra democrazia”.

Nel frattempo, si inizia a contare i danni: tre morti durante la protesta, tutti durante l'incendio del supermarket di San Bernardo: tre uomini, due dei quali trovati già privi di vita e quasi completamente carbonizzati all'interno del locale dato alle fiamme, un altro deceduto in ospedale a causa delle gravissime ferite riportate. I vandalismi non hanno risparmiato nemmeno le stazioni metro, assalite da studenti e manifestanti, che hanno danneggiato tornelli e cabine.

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