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lunedรฌ Marzo 10 2025

Quei ghetti di immigrati che incendiano la Svezia

Violenze, auto incendiate, tafferugli con la polizia, zone franche, sharia. Lโ€™immagine della Svezia ridente e pacifica rischia di eclissarsi dinanzi a quanto sta avvenendo in alcune periferie delle sue principali cittร .

Un sogno infranto

Circa quarantโ€™anni orsono, lโ€™alba di un nuovo avvenire sembrava sorgere agli occhi di tanti con il nome di Folkhemmet (la casa di tutto il popolo), un progetto dellโ€™elite politica socialdemocratica svedese che aveva lโ€™obiettivo di ridurre le disparitร  economiche e incoraggiare la solidarietร . Il presupposto era che la Svezia culturalmente omogenea diventasse multiculturale: una mite mescolanza di genti.

Chissร  cosa ne pensano gli ingegneri sociali di allora della piega che ha preso il loro laboratorio interetnico svedese. Quello che doveva essere un modello, oggi รจ una crisi che le autoritร  hanno serie difficoltร  a gestire. Lโ€™integrazione ha spesso ceduto il passo alla ghettizzazione degli immigrati in periferie diventate off limits persino per la polizia.

Guerra tra bande

Il tema della sicurezza รจ deflagrato ad inizio gennaio, quando un uomo รจ morto in una stazione della metropolitana, alla periferia di Stoccolma, dopo aver raccolto da terra โ€“ nemmeno stesse a Kabul โ€“ una bomba a mano inesplosa. A questo episodio ha fatto seguito lโ€™assalto ad una stazione della Polizia nella periferia di Malmo: verso lโ€™edificio รจ stato lanciato anche un ordigno la cui esplosione si sarebbe udita in tutta la cittร , la seconda piรน grande del Paese.

E non si tratta di casi isolati. Negli ultimi tempi le cronache locali danno conto di feroci scontri tra bande di criminali, con decine di sparatorie e attacchi esplosivi. Questi ultimi sono stati 54 tra il 2011 e il 2016. Mentre gli attacchi con ogni tipo di arma da fuoco sono triplicati tra il 2008 e il 2016. Secondo alcuni media, solo nellโ€™ultimo anno sarebbero stati almeno 300 gli scontri con armi da fuoco e dallโ€™inizio del 2018 giร  quattro persone sarebbero state uccise.

Lโ€™origine dei disordini รจ quasi sempre da ricercare nella guerra tra bande che infestano le periferie svedesi. Uno studio dellโ€™Universitร  di Gavle spiega che il 35% di tutti gli omicidi avvenuti nel Paese tra il 2007 e il 2011 รจ collegato alla violenza tra gang. Non รจ un caso che il Governo britannico, sulla pagina del proprio sito dedicata ai consigli di viaggio per i propri cittadini, segnali che in cittร  svedesi come Malmo e Goteborg si verificano crimini violenti, spesso dovuti a guerre tra bande, che sfociano in sparatorie ed esplosioni.

Effetti dell'immigrazione

Queste formazioni criminali sono composte perlopiรน da giovani con cognomi tuttโ€™altro che scandinavi. Infatti in unโ€™intervista al New York Times, il prof. Henrik Emilsson, ricercatore sul tema dellโ€™immigrazione allโ€™Universitร  di Malmo, ha spiegato che โ€œgli autori di scontri e violenze nei sobborghi sono spesso figli di immigrati e persone che sono arrivate nel Paese quando erano giovaniโ€. Dunque, si tratta di immigrati di seconda o terza generazione la cui condizione sancisce il fallimento del modello di accoglienza svedese.

In alcune periferie di Malmo, ha spiegato il vicesindaco Nils Karlsson, come riporta Il Post, la disoccupazione arriva al 40%, mentre in altre zone รจ allโ€™1%. E lโ€™esclusione sociale puรฒ spingere i giovani a cercare poli aggregativi al di fuori della legalitร , finanche nel piรน violento fondamentalismo religioso. Proprio a Malmo, del resto, esistono periferie in cui per la strada รจ piรน facile incontrare donne con il volto coperto dal velo islamico piuttosto che con i fluenti capelli biondi lungo la schiena.

Sharia โ€œmade in Swedenโ€

La culla del femminismo, come era considerata un tempo la Svezia, sta per essere inghiottita dai precetti piรน rigidi di qualche predicatore fanatico. Il portale Stv riporta il disappunto di femministe storiche svedesi come Nalin Pekgul e Zelida Dagli, costrette a dichiarare di aver dovuto abbandonare quartieri di Stoccolma ormai in mano agli jihadisti, per le minacce ricevute direttamente e per le molestie cui vengono sottoposte sempre piรน spesso le donne. Da quegli stessi ghetti, forse, sono partiti i circa 300 foreign fighters che hanno ingrossato le fila dell'Isis in Iraq e Siria. Secondo un rapporto del Centro nazionale per gli studi sul terrorismo, 120 di loro sono tornati nel Paese nordico. Con questi numeri non stupisce che nell'aprile scorso un uomo d'origine uzbeka alla guida di un camion si รจ scagliato sulla folla a Stoccolma provocando diverse vittime.

Che la situazione stia sfuggendo di mano non รจ una paranoia di pochi, se nel giugno 2017 una relazione del Governo svedese riferiva che le โ€œzone di alta pericolositร โ€, a causa dellโ€™applicazione della sharia, nel primo semestre del 2017 sono diventate sessantadue contro le cinquantacinque del dicembre 2016. Condizione di pericolo che avverte la popolazione ebraica. Fredrik Sieradzki, portavoce del Centro culturale ebraico di Malmo, spiega a La Stampa: โ€œNelle scuole i nostri studenti sono spesso oggetto di aggressioni. Lโ€™antisemitismo รจ pervasivo. Cโ€™รจ risentimento da parte dei giovani che arrivano dal Medio Orienteโ€.

Quale rimedio per evitare la โ€œguerra civileโ€?

Dan Eliasson, commissario della Polizia Nazionale Svedese, ha reso noto che ormai le forze dell'ordine non sono in grado di entrare in alcuni di questi ghetti e ha lanciato tramite la tv lโ€™appello a fare qualcosa: in alcuni quartieri addirittura i commissariati sarebbero stati chiusi. Piรน di qualcuno invoca lโ€™invio dellโ€™esercito. Anche il Partito Socialdemocratico al Governo deve ammettere che lโ€™ingranaggio del โ€œparadiso svedese dellโ€™integrazioneโ€ si รจ inceppato. โ€œSchierare lโ€™esercito non sarebbe la mia prima sceltaโ€, ha detto il primo ministro Stefan Lofven in unโ€™intervista allโ€™agenzia di stampa TT, โ€œma sono pronto a fare tutto quello che servirร  per assicurarmi che la vera criminalitร  organizzata venga fatta sparireโ€.

Sono sempre di piรน gli svedesi che ritengono sia giunto il momento di posare la carota e prendere il bastone. Lo testimonia lโ€™ascesa politica dei Democratici Svedesi, partito di estrema destra che in dodici anni, dal 2002 al 2014, รจ salito dallโ€™1,4% al 12,9%, conquistando 49 seggi in Parlamento. E la questione si fa intrigante in vista delle elezioni di settembre. Nel Paese, infatti, cresce il numero di quanti la pensano come Patrik Engellau, esperto di geopolitica che ha lavorato anche allโ€™Onu, il quale sul proprio sito scrive: โ€œTemo che possiamo essere alla fine della Svezia come societร  organizzata, decente e egualitaria, come lโ€™abbiamo conosciuta fino ad ora. Non mi sorprenderei se si scatenasse un conflitto, una possibile guerra civile. La guerra civile รจ giร  iniziataโ€.

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